Friday, December 07, 2018

Dei ricordi e della salute. E dei ricordi di salute.

Gli anni passano, la salute traballa. Giusto così. Mai stato un grande tifoso della salute. Sempre preferito il piacere alla scienza. Ok la scienza come piacere, ok il piacere della scienza. Ma preferisco il piacere alla scienza.

E quindi scopri che son passati già diversi anni dalle ultime visite. Passo dal medico. E poi in clinica per le analisi.

Venerdì mattina, splendida giornata dicembrina. Le letture in sala d'attesa in compagnia di anziani. Sembra di stare in biblioteca, ma con le pareti bianche e blu, e senza scaffali di libri. Poi chiamano il mio nome. La dottoressa:

"E' passato alla cassa?"
"No."
"E' già stato da noi?"
"Non che io ricordi."
"Deve prima passare per la cassa allora."

Obbedisco. Salgo alla cassa, pago il servizio e faccio per andarmene, quando scorgo oltre il vetro un ragazzo dal volto familiare. Avrà la mia età, forse un paio di anni di più. Dov'è che l'ho già visto?! Ah sì, giocavamo da piccoli a calcio nel campetto della parrocchia. Era veloce e potente, non parlava molto.  Ma mi sembra di averlo già visto qui, allo sportello di questa cassa. Sono già stato qui. Era più magro, barba e capelli non erano bianchi come ora. Comunque io sono già stato qui.

Poco dopo sono steso su di un lettino, l'infermiera mi dice di aspettare qualche minuto. Fisso il soffitto e penso alla trasferta di domenica. Entra un uomo sulla sessantina, volto visto e rivisto. Non so se salutarlo come se già lo conoscessi, come se non ci vedessimo da anni o come se non lo conoscessi affatto. Scelgo la terza opzione.
La prima volta che ho visto quest'uomo dovevo essere bambino. Non so esattamente quando. Però so di averlo rivisto una quindicina di anni fa, sempre qui, prima della mia prima partenza per la Cina. E poi di nuovo nell'estate del 2011: stavo accompagnando un richiedente asilo politico a fare delle analisi, facevo da interprete. Chissà cosa ha fatto questo uomo negli ultimi... dieci... venti... trent'anni? Ai miei occhi, questo uomo è sempre stato qui. Ora ha più rughe forse, e più bianchi i capelli. Ma la voce è la stessa. E' ancora lui. E io sono già stato qui.

Vorrei fare come i miei studenti quando capiscono di aver risposto male ad una domanda: "Scherzavo, prof.!". Ecco. Scherzavo, dottoressa. Non è vero che non sono stato qui. Ci sono stato. Anzi, mi sembra di esserci cresciuto qui. Come un viaggio nel tempo, dove passano gli anni e tu viaggi negli anni. Il senso di una vita di una vita senza senso.

1 Comments:

At 3:32 PM, Anonymous Anonymous said...

W Yu san

 

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