Monday, June 11, 2018

In culo la Legge

"lo ne ho viste, di Americhe... Sei anni su quella nave, cinque, sei viaggi ogni anno, dall'Europa all'America e ritorno, sempre a mollo nell'Oceano, quando scendevi a terra non riuscivi neanche a pisciare dritto nel cesso. Lui era fermo, lui, ma tu, tu continuavi a dondolare. Perché da una nave si può anche scendere: ma dall'Oceano... Quando c'ero salito, avevo diciassette anni. E di una sola cosa mi fregava, nella vita: suonare la tromba. Così quando venne fuori quella storia che cercavano gente per il piroscafo, il Virginian, già al porto, io mi misi in coda. lo e la tromba. Gennaio, 1927. Li abbiamo già i suonatori, disse il tizio della Compagnia. Lo so, e mi misi a suonare. Lui se ne stette Iì a fissarmi senza muovere un muscolo. Aspettò che finissi, senza dire una parola. Poi mi chiese:
"Cos'era?".
"Non lo so."

Gli si illuminarono gli occhi.
"Quando non sai cos'è, allora è jazz."
Poi fece una cosa strana con la bocca, forse era un sorriso, aveva un dente d'oro proprio qui, cos! in centro che sembrava l'avesse messo in vetrina per venderlo.
"Ci vanno matti, per quella musica, lassù."
Lassù voleva dire sulla nave. E quella specie di sorriso voleva dire che mi avevano preso.

Suonavamo tre, quattro volte al giorno. Prima per i ricchi della classe lusso, e poi per quelli della seconda, e ogni tanto si andava da quei poveracci degli emigranti e si suonava per loro, ma senza la divisa, così come veniva, e ogni tanto suonavano anche loro, con noi. Suonavamo perché I'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede.
Su cui Dio, ballava, se solo era negro."


Tratto da "Novecento" di Alessandro Baricco

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