Friday, April 13, 2018

1860, soppressione della Facoltà di Teologia all’Università di Macerata

"Il 12 settembre 1860, Lorenzo Valerio1, deputato al parlamento subalpino e governatore di Como, faceva il suo ingresso ufficiale nelle Marche. A lui il compito, nella veste di commissario generale straordinario, di riordinare i territori marchigiani usciti da poco dal dominio pontificio ma già desiderosi di entrare a far parte del neo Regno d’Italia.

Tra i compiti spettanti al nuovo commissario andavano annoverati anche quelli concernenti la pubblica istruzione, controllata fino a poco tempo prima dalle autorità religiose. E così il 6 ottobre dello stesso anno veniva promulgato il decreto n. 35, mediante il quale la pubblica istruzione era ufficialmente posta sotto la sorveglianza e la direzione dell’autorità politico-amministrativa. Ciò rappresentava un passo importante per l’istruzione e per lo stesso Valerio che il 2 novembre andò a compiere un nuovo atto fondamentale per tutto il territorio marchigiano. Con il decreto n. 289 del 2 novembre 1860, egli promulgò la legge Sarda 23 novembre 1859 n. 3275 sulla pubblica istruzione, la nota legge Casati2, demandandone al potere esecutivo l’esecuzione del titolo II sull’insegnamento superiore e facendo decorrere la sua applicazione dall’1 gennaio 18613.

Pochi giorni dopo, il quotidiano «L’Annessione Picena»4, nel numero 32 del 7 novembre 1860, annunciava ufficialmente, per volere del commissario provinciale Luigi Tegas, l’apertura dell’Università di Macerata per il 20 novembre.

Una data che si potrebbe definire storica per l’Ateneo maceratese, poiché capace di rappresentare lo spartiacque tra la vecchia università pontificia e quella regia. Il primo segno evidente di questo passaggio è sicuramente rappresentato dalla scelta compiuta da Valerio di sopprimere la Facoltà di Teologia."

Fonte:
http://www.cisui.unibo.it/annali/13/testi/09Pomante_frameset.htm

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