Thursday, March 17, 2016

Pechino -4: a proposito di turbini interiori.

Il post qui sotto l'ho scritto tre anni fa, quando vivevo in Irlanda ed ero in (ri)partenza per la Cina, per l'esattezza per Shanghai. Tra qualche giorno dovrei atterrare nella mia (?!?) Pechino e devo dire che le sensazioni sono esattamente le stesse. E sì, lo spero proprio: di esserne ancora innamorato.


"La novità? Ebbene sì, me ne torno in Cina. Torno per cinque settimane soltanto, starò principalmente a Shanghai, ma passerò anche per Canton e per Pechino. Vado a fare ricerca sul campo, ovvero collezionare materiale cartaceo in lingua cinese e fare interviste per il mio progetto di ricerca.

Sembra una banalità, ma per me questo ritorno è un turbine interiore che non so ben descrivere. Manco dalla Cina da quasi due anni. Due anni che sono praticamente volati. La Cina per me non è un paese lontano che conosco solo per pregiudizi e luoghi comuni. Per me il paese del Dragone è una sorta di seconda casa, forse prima. E' la parte di mondo dove ho vissuto gran parte degli ultimi dieci anni. Un paese e un popolo che mi hanno dato e lasciato tantissimo. Per me tornare in Cina è come sapere di tornare da una tua ex della quale sei ancora fottutamente innamorato.

Preso dal lavoro e dalla pigrizia nelle ultime settimane non sono stato molto attento né a preparare nei dettagli il mio progetto di ricerca, né tanto meno a prepararmi emozionalmente per il Grande rientro. So già che atterrare a Shanghai e rivedere le strade cinesi, i ristorantini, le biciclette, il caotico vivere cittadino, gli amici e le birre a 20 centesimi mi creerà un chaos interiore al quale spero solo di sopravvivere. Anche perché il 6 maggio devo rientrare a Cork e riprendere il mio mestiere di docente e burocrate.

Bah. Meglio chiudere qui, spegnere il cervello, lasciare “la testa fra le nuvole” e affrontare l'urto una volta atterrato in Cina. Martedì prossimo, se tutto va bene.

Nel frattempo, chiudo gli occhi e fantastico, mi immagino fuori dall'aeroporto:
- compro immediatmente due stecche di Honghe rosse morbide.
- getto il bagaglio a terra e mi ci siedo sopra.
- accendo la prima sigaretta.
- chiedo al primo che passa che ore sono, tanto per capire a che livelli di disperazione è arrivato il mio cinese.
- rifiuto il passaggio del tassista che si approccia a me.
- compro una quantità imbarazzante di schifezze da mangiare, dalle zampe di gallina agli spaghetti in scatola, dal ghiacciolo al sapore di fagiolo alla frittata al coriandolo. Tanto per avere la certezza di una onesta e poderosa sdiarreata nelle prime due ore successive all'arrivo.
- cerco il bus più economico per il centro di Shanghai.
- guardo fuori dal finestrino, mi commuovo, e capisco di essere ancora innamorato.

A presto, Cina."

0 Comments:

Post a Comment

<< Home