La prosperità materiale in Cina
“La progressiva atomizzazione della vita sociale, le difficoltà materiali in cui ancora vive una parte significativa della popolazione, la crescente ansia dovuta alla sempre più accesa competizione per l’affermazione del proprio status e per creare un benessere duraturo per sé e per i propri figli, e la percezione dello svuotamento di senso dei valori che avevano precedentemente costituito un punto di riferimento per la vita individuale e collettiva hanno determinato un significativo mutamento nella sensibilità dei cinesi: sia che si guardi alla parte più avanzata della società, sia che si considerino le sue componenti più arretrate, si registra oggi in Cina un diffuso senso di perdita della coesione sociale, un malessere profondo che per alcuni (in particolar modo la popolazione rurale, gli anziani e i migranti) si identifica con le condizioni materiali di vita non ancora corrispondenti al benessere che lo stato e il Partito hanno annunciato di voler portare a ogni cittadino, e con la difficoltà di raggiungere il livello di vita desiderato. Questo disagio coincide spesso con un senso di vuoto esistenziale e morale profondo, legato alla consapevolezza che la prosperità materiale non può compensare la mancanza di un sistema di valori cui fare riferimento. Non è casuale che siano in espansione il fenomeno religioso, a lungo osteggiato dalle autorità anche quando tollerato, e i settori del volontariato, le organizzazioni non governative e i movimenti spontanei che si battono per ottenere miglioramenti sociali.”
Tratto da “Ritorno a Confucio”, di Maurizio Scarpari
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