Monday, June 15, 2015

La signora dei vaccini

Ha scritto oggi una mia amica e collega: "Le persone che svolgono bene il proprio lavoro, qualunque esso sia, sono un bene prezioso per l'umanità: quando ne incontrate una, fatene tesoro!".

Ha ragione. E allora voglio parlare di una persona che fa bene il suo lavoro.
Di persone che fanno bene il loro lavoro ne conosco tante. Hanno età diverse, background diversi, livelli di educazione diversi, nazionalità diverse, si occupano di settori diversi. Hanno una cosa in comune: fanno bene il proprio lavoro. Io non sono un ispettore del lavoro e non so bene cosa significhi "fare bene il proprio lavoro". Mi limito quindi ad avere una valutazione forse sommaria e apparente, ma comunque mia e il più possibile imparziale.

Nella lingua italiana la parola "signora" ha almeno due significati: 1) donna sposata 2) persona (solitamente donna) eticamente raffinata, educata e generosa. Vorrei parlarvi della signora dei vaccini. Non so se sia sposata, ma rientra comunque appieno nella seconda categoria di "signora".
I vaccini e altri servizi sanitari a Macerata li fanno in un grande e vecchio edificio, tra una imponente chiesa e un parco nella periferia ovest della città: è noto come "ex manicomio". Amo viaggiare e almeno una volta l'anno passo di lì a chiedere se ho bisogno di qualche vaccino per andare nel paese tal dei tali per un periodo tot. Nell'ufficio dove fanno i vaccini ci sono due donne bionde, belle e gentilissime. Non so da quanti anni lavorino lì, per me ci sono da sempre, cioè dal mio primo viaggio in un paese a rischio malattie non da uomo bianco: Kenya, estate 2003. Ma forse mi sbaglio. La signora a destra è un medico, quella a sinistra assistente e segretaria. Entrambe hanno modi molto cortesi e professionali, sebbene in questi ambienti sia facile perdere la pazienza e mandare tutti/e a fanculo. Immaginatevi corridoi di edifici pubblici pieni di cittadini in coda, mamme con bambini, stranieri che non parlano la lingua, professionisti che hanno fretta, anziani rimbambiti eccetera. Tipo alle Poste, ma con beghe sanitarie (e non solo burocratiche) da sbrigare. E' in questo tipo di ambiente che tu puoi trovare queste due signore di mezza età, una in borghese, l'altra in camice bianco. Io quando devo andare a farmi un vaccino, come stamattina, sono felice. Perché so di incontrare loro e che, anche se dovrò fare un po' di fila, spendere qualche decina di euro, ingoiare pillole colorate e bucare il braccio, so che troverò due signore che fanno bene il loro lavoro. Soprattutto la dottoressa. Non credo mi conosca né che mi riconosca (chissà quanta gente passa per i loro uffici durante i 365 giorni dell'anno!), ma ogni volta che mi chiede il perché della visita e le mete del mio prossimo viaggio la vedo serena, quasi felice di avermi di fianco la sua scrivania: con grande attenzione guarda la lista dei vaccini già fatti, le scadenze, le precauzioni da prendere, mi fa molte domande, mi dà consigli, scarica e stampa materiali sulle malattie nei paesi che ho intenzione di visitare. In breve, si prende davvero cura di me. Ha a cuore la mia salute (moooooolto più di quanto non faccia io), con fare quasi materno ma sempre professionale.

E' un piacere farsi visitare da lei. Non le ho mai detto nulla di tutto questo, ma la prossima volta nel ringraziarla le farò presente che la stimo molto, perché penso sia una persona che fa bene il suo lavoro.

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