Thursday, December 11, 2014

Salgado e l'immaginario collettivo degli africani: ieri e oggi.



E così ieri sera due amiche mi han portato ad Ancona a vedere un documentario intitolato "Il sale della terra", incentrato sulla vita e l'opera del fotografo e viaggiatore brasiliano Sebastiao Salgado. Sul film non ho molto da dire: consiglio solo di andarlo a vedere.

Volevo invece condividere qui una piccola riflessione... Io sono nato nel settembre del 1982 a Macerata. Ricordo che da piccolo ero (forse meglio "eravamo") solito vedere qua e là immagini dei bambini dell'Africa nera. Quei bambini scheletrici, con la testa grande, la pancia enorme e per il resto pelle e ossa. Immagini della miseria dovuta in particolare alla siccità nella regione del Sahel (tra il Sahara e la savana). Tra quelle immagini, alcune sono stato scattate in Etiopia proprio da Salgado, che voleva denunciare al resto del mondo (e soprattutto al ricco occidente) la miseria che quelle popolazioni stavano vivendo. Io con quelle immagini sono cresciuto, me le ricordo in chiesa, in parrocchia, in oratorio, nelle riviste, in casa. Per me l'africano era soprattutto questo: un bimbo nudo ridotto all'osso dalla fame, divorato da malattie e mosche, tra le braccia di una giovane madre seminuda con le tette penzolanti e lo sguardo nel vuoto.

Ora sono cresciuto e di quelle immagini non avevo quasi più memoria. Oggi l'africano in Italia è rappresentato soprattutto come: 1) massa di migranti su un barcone nel Mare Mediterraneo; 2) venditore ambulante di prodotti contraffatti; 3) prostituta di colore; 4) rifugiato o richiedente asilo politico che bazzica tra associazioni di volontariato e Caritas. Ahimè, l'immagine del ragazzo africano non ha fatto molti progressi. Ma è comunque sia totalmente diversa da quelle foto strazianti dei bambini che morivano di fame. Oggi anche l'ultimo dei migranti arriva abbastanza paffuto, vestito con jeans e giubbetto, armato di cellulare e cuffie.

Niente. Solo che vedendo quelle immagini degli anni '80 e '90 ho fatto un tuffo con la memoria e l'unica cosa che mi viene da dire è di come l'immagine dell'africano in Italia sia cambiata da allora ad oggi. Di peggio in male.


Photo credit:
https://www.pinterest.com/pin/333618284866996701/


Qui il trailer del documentario:
https://www.youtube.com/watch?v=iXASAVMdENg

1 Comments:

At 3:39 PM, Anonymous Lory said...

bella riflessione!
Altra differenza è che una volta il bimbo africano denutrito veniva compatito da alcuni e sfruttato da altri, oggi il ragazzo paffutello con il cellulare e le cuffiette viene odiato da alcuni ma continua ad essere sfruttato da altri!

 

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