Wednesday, September 03, 2014

Tra le quattro e le cinque


Il guaio del fuso è che a volte ti rovina il sonno per un paio di settimane filate. L’insonnia è come un ricordo mai svanito, un caro nemico mai del tutto abbandonato, una suocera a casa. L’insonnia è come la depressione: purtroppo a volte torna a farti visita. L’insonnia è innocua, ma ti lascia addosso spiacevoli sensazioni e l’impressione di vivere in una bolla d’aria, come ovattato e impermeabile alla società. Insonnia è sinonimo di notte, perché all’alba (come per i vampiri e le zoccole) è ora di riconsegnare le strade ai netturbini e ai giornalai. La città più bella si vive di notte, quando il buio è pesto e il mattino alle porte. L’unico inconveniente è che alle tre corri ancora il rischio di incontrare qualcuno in giro, magari che ne so, un ubriacone che barcolla curvo su se stesso o una pattuglia della polizia o un altro poveretto a cui il sonno è negato. Alle quattro invece, per le quattro vai tranquillo, il mondo è tuo fino alle cinque per lo meno.
Tra le quattro e le cinque, privo del sonno ma predone della strada e padrone di tutto il resto. 

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