Dungeons&Dragons
Avrò avuto 8 o 9 anni ed ero in montagna nel paese di mia nonna per le vacanze estive. Un pomeriggio uscii di casa per giocare, come al solito, con i ragazzini del quartiere. Li vedi seduti sul marciapiede, intenti tra dadi colorati e strani libri. "Che state facendo?", chiesi. "Si chiama Dungeons&Dragons, vuoi giocare?". Si aprì così per me un nuovo mondo, un mondo di fantasia: quando la fantasia va al potere sul serio.
Dungeons&Dragons (abbreviato D&D) è solo uno dei tanti giochi di ruolo. Un gioco di ruolo è simile ad un gioco da tavola, la differenza è che non c'è ambientazione fisica, perché l'intera avventura si gioca nelle testa delle persone, che svolgono il ruolo di un personaggio immaginario. Nani, maghi, stregoni, guerriere, fate, draghi. Prendersi a bastonate in castelli incantati, foreste stregate, regni della fantasia. Che per un bambino è quanto di meglio si possa avere.
Mamma, dal terrazzo sotto al quale giocavo con gli altri a D&D: "E' pronto il pranzo, vieni su!"
Noi in coro: "Fanculo il pranzo, attacchiamo il drago a tre teste!".
Molti anni sono passati da allora e ricordo di aver giocato a D&D con moltissimi amici, in Italia e all'estero. Di esser andato a rota dei suoi manuali, avventure, dadi, cartoni animati e vi dicendo.
Divertirsi da bambini ai giochi di ruolo è cosa buona e giusta. Farlo a trent'anni forse è un po' da sfigati. Ma continua ad essere divertentissimo, specie nelle lunghe e uggiose giornate d'inverno. Poi arriva la primavera, la gente s'innamora e trova di meglio da fare che inventarsi personaggi per le avventure e tirare dadi.
Penso però che i giochi di ruolo siano come una droga: ti sballano, ti fanno uscire dalla realtà (una realtà che non è sempre così facile da affrontare), ti proiettano lontano, ti fanno evadere, sognare, godere, combattono la noia della routine. Costano meno delle droghe sintetiche e danno una dipendenza più piacevole.
"Con le risorse ormai al limite, Seelah, Ezren, Harsk e Lem preparano ancora una volta le loro spade e i loro incantesimi. Essi avevano affrontato innumerevoli nemici e prove quasi impossibili, ma era la prima volta che affrontavano un vero drago. In quel momento ognuno di loro sapeva che era di fronte ad una semplice scelta: vivere o morire"
Tratto dal manuale "Pathfinder".
Questo post è dedicato a Stefano, Leonardo, Diego, Michele, Martina, Chiara.
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