Monday, April 16, 2012

Il tossico e i perbene

“Si sentiva di merda perché aveva solo trecento pasticche di lenta morte nel solito nascondiglio. Seppellite nel giardino del retro sotto la sua camelia, un ibrido con grossi fiori da sballo che non seccavano in primavera. Ho soltanto la scorta di una settimana, pensò. E quando ne resterò senza? Merda.
Pensa se tutti, nell'intera California, e anche in parte dell'Oregon, ne restassero senza, e nello stesso giorno, si disse. Cavolo.
Era questa la sempre-dominante fantasia horror che si proiettava in testa, che ogni tossico si proiettava costantemente in testa. L'intera parte occidentale degli Stati Uniti che ne restava simultaneamente senza, e tutti, lo stesso giorno, in crisi di astinenza, diciamo intorno alle sei di una domenica mattina, mentre i perbene si stavano vestendo per andare alle loro fottute preghiere.”

Da “Un oscuro scrutare”, di Philip Dick, 1977.

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