Muto, impenetrabile, lontano
"A un certo punto ebbi la sensazione che tutte le illusioni crollassero. Non potevo più credere nel Dio che mi era stato descritto. Non sapevo qual è il fine della nostra vita e perché esiste questo universo, ma sentivo di non poter più accettare tali idee come parola di Dio. Non sapevo se la vera religione deve ancora nascere, ma mi convinsi che se il mondo è ancora fermo su vecchie dottrine di duemila anni fa, significa che non c'è una religione che possa soddisfare la sete di perfezione che mi divora. Non attendevo da nessun libro sacro la verità, ma volevo delle grandi prove che avessero più valore dei libri. Rivolsi lo sguardo in alto. Il cielo era sempre splendido, ma insensibile alle nostre avventure di piccoli e sperduti vermi terrestri. Considerai il corso immutabile degli astri, e tutto mi parve misteriosamente muto, impenetrabile, lontano"
Dal libro "Una donna di Ragusa", di Maria Occhipinti (1921-1996), scrittrice, anarchica, antimilitarista e femminista siciliana.
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