Tiananmen, il tennis femminile e il soft power cinese
Una sera come tante, birreggiando con altri studenti alla mensa est del nostro campus universitario. In televisione davano la diretta della finale Li Na - Schiavone. Io pensavo a ventidue anni fa, quando a Pechino massacrarono centinaia di studenti cinesi in protesta da mesi. Chiedo ad una mia amica cinese seduta accanto a me cosa ne pensa: "Non ha niente a che vedere con la mia vita". Come biasimarla!? In una società cinica e materialista come quella che la Cina si ritrova ad avere oggi, dove un diciassettenne è disposto a vendersi un rene per un iPad, cosa vuoi che ce ne freghi del 4 giugno '89!?
Riporto occhi e pensiero alla finale di Parigi. Troppo forte la Li Na, dicono. Io ci vedo un'altra forma di soft power cinese. I cinesi stanno lentamente dominando in ogni sport, anche in quelli tradizionalmente padroneggiati da europei o afro-americani. Sarebbe interessante studiare quanto lo Stato ed il Partito investano nello sport cinese per un ritorno in termini di prestigio sportivo (ovvero anche politico) a livello internazionale.
Intanto vi anticipo: martedì 13 giugno alle ore sette, al Bridge di Wudaokou, avremo come ospite di ThinkIN China il prof. Yan Xuetong, docente di relazioni internazionali alla Qinghua University, politologo di fama mondiale. Darà una lettura intitolata "Ancient Chinese Thought, Modern Chinese Power". A presto per il volantino e maggiori info.
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