Personale scettismo e considerazioni sulle rivoluzioni in atto
Già da qualche giorno la rete in Cina va di merda più del solito. Siti oscurati, lentezza estenuante, VPS che non funzionano... Inutile chiedersi perché, ci siamo abituati un po' tutti. Oggi però leggo di qualche embrionale forma di protesta in sordina anche nel grande continente chiamato Cina. Niente di eclatante. Staremo a vedere, probabile che non succederà nulla, ma forse qualcosa leggeremo nei giornali. Certo, se la Cina avesse un PDL definirebbe questi raduni di protesta un covo di sfigati radical chic. Un po' come in Italia, quando ad un picchetto o ad una dimostrazione di cento persone che si presentano, venti sono giornalisti, trenta agenti in borghese, quaranta curiosi e turisti, e solo dieci attivisti che gridano slogans. La storia insegna che a volte da una piccola scintilla ne segue un finimondo. Ma certamente sono le condizioni storiche a determinare gli scenari, violenti e rivoluzionari o meno che siano. Io continuo a pensare che dio non giochi a dadi.
Vorrei fare alcune considerazioni a riguardo. Innanzitutto mi sembra interessante il rapporto tra i vari social newtork e le proteste di piazza. Anche e sopratttutto nei paesi dove i social network in questione sono censurati (come in Cina, dove Facebook e Twitter sono oscurati e utilizzabili solo tramite VPS).
In secondo luogo, social network a parte, a me affascina molto il ruolo dei media in tutto questo. Non è certo qualcosa di nuovo, ma a me sembra comunque che il cosiddetto “quarto potere” abbia raggiunto l'apice. Se ci fate caso le "rivoluzioni" nel Maghreb le hanno praticamente chiamate i media: è come se avessero diretto i lavori e gestito le manifestazioni. “Bene, abbiamo finito in Egitto, ora passiamo alla Libia. Come siamo messi in Albania? Cercate di muovervi un po' in Barein. Ah, abbiamo comprato biglietti aerei per l'Algeria, vedete di non farci venire a vuoto!". E non ho ben capito queste pretese di Obama sulle vicende egiziane, come ad alzarsi una mattina e decidere "Mubarak raus!".
Ovvio che dietro ci saranno scenari politici e diplomatici che noi comuni mortali non conosciamo e non conosceremo mai (santo Assange facci il miracolo!) e probabilmente dietro ci sono le solite regie fatte di lobby e "mano invisibili". Insomma, le rivoluzioni ad orologeria chiamate dai media, promosse chissà da chi e subite da indovinate un po' chi... a me sembra che i media ci godano a far salire il numero delle vittime. Per ora è andata così: tramite Facebook e Twitter la gente del paese X si raduna nel punto Y, fanno un po' di casino, la polizia spara, muore il tizio, fanno i funerali col doppio della gente, altri morti, il chaos, la polizia passa dalla parte dei manifestanti, il leader al governo si dimette e fugge all'estero con le casse dello Stato e la famiglia, il leader va in coma e la moglie si spende tutto in pellicce e cocaina...
E mentre là fuori è tutto un fervore rivoluzionario e di fiaccole dell'anarchia, stamattina (come tutte le mattine, domenica inclusa) la donna delle pulizie del nostro dormitorio si è alzata alle sei, si è infilata il suo grembiule bucherellato e ha cominciato a passare lo straccio e scrostare i cessi luridi di vomito alcolico studentesco da weekend. Lei, donna di mezza età, di evidente origine contadina, in città per pulire i cessi degli studenti stranieri per centoventi euro al mese. Una donna che abbassa la sguardo quando la incroci nel corridoio, una donna che a malapena parla il mandarino e che comunque non oserà mai dirti niente anche se pisci fuori dalla tazza del water o lasci i mozziconi delle sigarette in giro per le scale. Chissà cosa ne sappia e quanto gliene freghi delle proteste nel Maghreb e nel fervore rivoluzionario che potrebbe arrivare in Cina. Lei terminerà la giornata lavorativa alle sei di sera tra i corridoi del dormitorio e riprenderà la mattina dopo alle sei. Io invece ho fatto di nuovo l'alba davanti al computer, mi sono svegliato nel pomeriggio, ho fatto il mio dovere di falso intellettuale scettico e decadente, sperando di consegnare a breve la tesi di dottorato al professore, per poi incrociare le dita e sperare in un miracolo da parte di San Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti (compresi gli studenti stranieri di Pechino).
Mah! Meglio leggersi un buon romanzo, la realtà non è ancora meglio della finzione. Racconteremo ai nostri nipoti delle gesta eroiche di Gaetano Bresci e Gavrilo Princip... che di queste rivoluzioni al gelsomino mi fido poco...
5 Comments:
come volevasi dimostrare:
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Raduno-Pechino-giornata-gelsomini/20-02-2011/1-A_000178812.shtml
anche qui:
http://www.agichina24.it/repository/categorie/in-primo-piano/politica-internazionale
per me alla fine ci guadagno i venditori di gelsomini ;)
mi han segnalato anche questo:
http://news.rti.org.tw/index_newsContent.aspx?nid=281789&tf
(caratteri non semplificati)
www.youtube.com/watch?v=MZwpsNVdE6E&feature=player_embedded
(in cantonese)
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2011/02/19/AR2011021901021.html
(inglese)
un video della cnn e il contributo di chinafiles:
http://edition.cnn.com/2011/WORLD/asiapcf/02/20/china.protests/
http://www.china-files.com/it/link/8959/sulla-non-rivoluzione-del-gelsomino
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