Saturday, September 04, 2010

Sulla via per Pechino...

Eh già. Questi due mesi di relax maceratese sono volati via. C'era da aspettarselo. C'è già un aereo che mi aspetta a Fiumicino direzione Pechino. La verità è che non ne posso più di Pechino. Riparto con un entusiasmo sotto le scarpe. Effetto sorpresa pari a zero. Nessuna emozione. Anzi. Se cascasse l'aereo mi dispiacerebbe solo per mia madre.

In questi due mesi ho conosciuto la vecchiaia. Ho scoperto che la gente invecchia. E molto anche. Nonni, zii, parenti... Ogni anno che passa è come se per loro ne passassero dieci. Li ricordi da piccolo grandi e forti, i genitori dei tuoi genitori, i genitori dei genitori dei tuoi amici... Ora sono fragili piccoli uomini canuti traballanti fissati ad una sedia a rotelle con una romena accanto. A stento provo a sorridere. Provo solo pena. Non per loro. Ma per la vita in generale. Niente di che, è solo la vita. Appunto. Il timore è di finire così. Tempo fa un'amica mi ha detto che dopo i cinquant'anni si inizia a morire sul serio. Se non finisci con un tumore finisci con l'Alzheimer. Credo sia importante finirla. Per non finire su un lettino con una romena accanto. Non ho nulla contro le romene. E' il lettino sul quale poggi scheletrico, con la testa che non ci fa più. Tenuto in vita da medicine che fanno arricchire le case farmaceutiche e da una romena che ti aiuta a pisciare e mangiare. Molto più dignitosa la morte. Spero di non cambiare idea nel corso degli anni.

Pronti per l'ennesimo anno (il sesto? il settimo? ho perso il conto!) in Cina. Un anno sono trecentosessantacinque giorni. Hai detto cazzo. Un anno di smog, grattacieli, cielo grigio, metropolitane affollate, migranti ai lati della strada, odiosissimi borghesi occidentali, sigarette a due lire...
In questi due mesi oltre ad aver scoperto la vecchiaia ho anche scoperto il concetto di "qualità della vita". L'ho scoperto osservando la campagna maceratese e la vita della gente che vi abita. Come cazzo siamo finiti a Pechino!?
Mi mancheranno troppe cose... la pizza fatta in casa, il pane col prosciutto, il vino cotto, il mistrà Varnelli, il pulirsi le mani sulla tovaglia, i bar di anziani e punkabbestia con cane, i concertini in piazza, i Pistacoppi suonare il Saltarello, il cielo azzurro (perché Madre Natura il cielo l'ha creato azzurro, sono i cinesi ad averlo pitturato di grigio), la campagna colorata, la passeggiata al bosco, gli uccelli che cinguettando accompagnano la giornata (e non il chaos di auto e martelli pneumatici), il mare a venti chilometri, le chiacchierate con i vecchi di paese, l'affetto di amici e parenti. Mi mancheranno troppe cose. Spero solo di arrivare vivo alla prossima estate.

Come cazzo siamo finiti a Pechino!?

Un saluto a tutte le persone che hanno reso speciale quest'estate maceratese. In bocca al lupo gente!

6 Comments:

At 6:08 PM, Anonymous Cane Grasso said...

Grazie a te Sbornio'! Ti ho appena linkato nel mio neonato blog! Anto'!

 
At 9:57 AM, Anonymous ParkaDude said...

Ci sarebbe molto da dire a proposito di questo post, ma mi fanno male i tendini delle mani a scrivere. Spero potremo parlarne a voce prima o poi. Segno per non dimenticarmi:

- quando tornare a casa non ha piu' niente di magico
- ogni citta' perde magia dopo che l'hai domata
- cambiare posti per rendersi conto dei limiti di quelli precedenti, e ridere dei problemi piccoli che diventano grandi solo perche' non ha idea del resto del mondo
- sara' sempre pane, olio e Appennini, ma perche' adesso? C'e' sempre tempo da vecchi.

“Si trattava in più di un cambiamento di abitudini, bisognava che imparassi ancora una volta a riconoscere nuovi volti in un nuovo ambiente, altri modi di parlare e di mentire. L’indolenza è quasi forte come la vita. La banalità della nuova farsa che bisogna recitare vi annienta e vi occorre tutto sommato ancora più vigliaccheria che coraggio per ricominciare. E’ questo l’esilio, l’estraneo, questa inesorabile osservazione dell’esistenza com’è davvero durante quelle poche ore lucide, eccezionali nella trama del tempo umano, in cui le abitudini del paese precedente vi abbandonano, senza che le altre, le nuove, vi abbiano ancora rincoglionito a sufficienza.”

(scritto da quel cane reazionario di) Louise-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte (1932)

 
At 10:39 AM, Anonymous Cane Grasso said...

Cane reazionario fino a un certo punto. Viaggio al termine della notte è uno del libri più crudi e spaccastomaco che l'uomo abbia mai scritto. Il sogno lucido di un genio nichilista. (tralasciando i suoi immondi trascorsi da filonazista Celine è assolutamente un autore da rispettare)

 
At 11:20 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

Ammazza che cultura letteraria Antò, potresti fare il docente di letteratura all'Università di Petriolo! :)
Come è andata la giornata cinofila? Vi hanno arrestato e sbattuto al canile con cani al seguito?

 
At 6:25 AM, Anonymous ParkaDude said...

D'accordo sul giudizio come autore, mica per niente l'ho citato, credo abbia ragione. Viaggio al termine della notte è tra i più bei libri che abbia mai letto. Certo lui, come persona, è uno stronzo.

 
At 1:47 PM, Anonymous Luca said...

io invece sono il Celine colono in africa che trovandosi tra caldo, indigeni e conti da far tornare, a un certo punto brucia tutto e magicamente.. i conti tornano.

quantita' della vita batte qualita' della vita' 10-0

 

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