Tuesday, July 13, 2010

“Li sdragomunidari”

A Macerata si usa la parola “sdragomunidariu” (al plurale “sdragomunidari”) per indicare non tanto gli extracomunitari (ovvero i cittadini di un paese che non fa parte dell’Unione europea) ma più in generale gli stranieri provenienti da paesi considerati poveri o in via di sviluppo. Ovviamente a Macerata nessuno ti chiede il passaporto per vedere da dove vieni, basta il colore della tua pelle o l’accento per considerarti uno “sdragomunidariu”. Dunque ogni persona di colore sarà “sdragomunidaria”, anche se italiano per adozione o francese di origine senegalese, pakistano di origine inglese o palestinese che vive in Italia da trent’anni. Tutti “sdragomunidari”. Compresi i romeni e i bulgari, che fanno parte dell’Unione europea. Tutti allegramente “sdragomunidari”. Generalmente parlando non c’è nulla di male nell’essere “sdragomunidari”, anzi il cattolicesimo insegna ad aiutare il fratello “sdragomunidariu”. Ma, sempre generalmente parlando, c’è comunque una sorta di pregiudizio e/o luoghi comuni che spesso scadono nel vero e proprio razzismo.
Problema vecchio credo. Ovviamente anche i cinesi (ed ogni uomo / donna / vecchio / bambino / cane / ruota di scorta che abbia occhi a mandorla) rientra sotto la voce “sdragomunidariu”.
“Siamo tutti sdragomunidari!”, avrebbe detto oggi J. F. Kennedy.

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