Sunday, May 09, 2010

Mamme di chi?!

Da un articolo di Liberazione:

"La metà delle donne lascia il lavoro per i figli. Impossibile conciliare: vince la famiglia"

http://www.liberazione.it/news-file/lavoro-donne-famiglia.htm

Questo è magari vero per quel campione di donne italiane tra i 25 e i 45 anni. Ma c'è un altro aspetto che da qualche anno attira l'attenzione dei sociologi ed è il fenonemo delle mamme che per lavoro lasciano i figli "a casa" per rivederli una volta l'anno.

Questo accade spesso in Cina e riguarda moltissime delle donne migranti che raggiungono le metropoli dalle campagne. Ma pensate anche alle donne polacche, rumene, ucraine, moldave, russe e via dicendo che lavorano come badanti, donne delle pulizie, operaie o prostitute in Italia. Donne che vivono a 3000 km da casa, mandano lo stipendio ai familiari e vedono i loro bambini una o due volte l'anno.

La domanda è: chi cresce quei bambini? Di solito le nonne. O le zie. Più raramente i padri. E capita che un bambino a cinque anni chiami "mamma" la nonna o la zia, perché la madre naturale l'avrà vista due settimane in tutta la sua vita.

La cosa ancora più assurda è che spesso queste migranti lasciano i loro bambini per fare da "mamme" ai figli di altre donne, quelle che si possono permettere una badante a casa. Non si tratta di baby-sitter, ma di "mamme" a tempo pieno.

Il professore che mi segue per il dottorato mi propose di spostare la mia ricerca su questo tema, facendo un paragone tra le mamme migranti cinesi a Pechino e le polacche in Italia. Io rifiutai, ma forse a qualcuno potrebbe interessare questo spunto di ricerca.

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