Le mostre d'arte contemporanea...
Visitare una mostra d'arte contemporanea è sempre un'ottima occasione per interrogarsi sulla vita. Solitamente a me va così: entro, mi guardo in giro, mi chiedo che roba sia questa, mi chiedo se sia arte, mi chiedo cosa sia l'arte, mi chiedo a cosa serva l'arte, mi chiedo a cosa serva la vita, mi chiedo cosa ci faccia io lì dentro.
Funziona sempre. E di solito mi lascia di buon umore. Faccio qualche scatto, mi fermo a pensare di fronte a qualche opera, commento con qualche amico se sono in compagnia, commento col custode se non lo sono.
Della mostra di arti visive che ho visitato oggi al museo d'arte di Songzhuang (un'ora di bus a est di Guomao, classico paesaggio cinese pre industriale - post atomico) quattro cose hanno attirato la mia attenzione:
- una fotografia ad un ("artisticissimo", devo ammettere) stronzo tra i sassi, con di fianco la scritta "狗的书法", ovvero "calligrafia canina"
- un breve video di una giovane artista cinese. Nel video la telecamera era fissa sul primo piano dell'artista stessa, conciata come in un giorno di post sbronza, su un sfondo giallastro. L'artista parlava con un pezzo di negativo fotografico in bocca. Parlava lentamente, quasi con difficoltà, strozzata dal negativo credo. Narrava della sua vita, i suoi genitori che volevano un maschietto, lei che amava l'arte, le difficoltà economiche dei genitori che vendono la casa per pagarle gli studi in America e che dovranno lavorare dieci anni per ripagare i vari debiti. Il video termina brutalmente con questa frase (spero la citazione sia giusta): "这次暑假回家了,我突然发现妈妈老了...", ovvero (ma in italiano non rende, specie così non propriamente contestualizzato) "poi quest'anno sono tornata a casa per passare l'estate... e mi sono accorta all'improssivo che mi madre è invecchiata..."
- i custodi. La mostra era ospitata da questo grande edificio post moderno. Grande, indubbiamente. Ma semi vuoto. Pochi visitatori. Pochissimi. Solo qualche studentello, giovani, curiosi, intellettuali, artisti. Tutti cinesi. Ho osservato che c'erano più custodi che visitatori. Il classico custode cinese, più donne che uomini, sulla cinquantina, vestiti come Deng Xiaoping nel 1992, annoiati, seduti, col classico bicchiere da té in mano. Il più classico dei cinesi pre riforma. "Il cinese", oserei dire. Il comune cittadino cinese, quello appena maggiorenne quando morì Mao Zedong. Ecco, questo comune custode (o meglio, comune cittadino) siede otto ore al giorno per qualche decina di yuan (per qualche euro, ndt) per controllare che nessuno dei visitatori 1) fumi 2) tocchi le opere d'arte 3) impazzisca e distrugga tutto. Siede e osserva i visitatori, in questo trambusto di video, rumori e immagini a dir poco (credo) scioccanti per una persona nata quando il socialismo era grande e il capitalismo una tigre di carta. In questo mondo di artisti, di pazzi, di nudi, di volgarità, di perversione, di grida, di immagini di Mao e cazzi pelosi, cosa pensa un custode seduto per ore per guadagnarsi pochi euro al giorno?
- mi è tornata in mente una discussione di qualche giorno fa con uno studente americano di psicologia. Mi diceva che gli studi sociali e di genere lo spaventano, perché si occupano di "quelli ai margini", di puttane, disadattati, morti di fame, tossicodipendenti, froci, malati di aids e tutto ciò che di peggio la società contemporanea produce. Pensava sia giusto occuparsi di questi temi, ma solo nelle aule delle università, non nella vita comune. A lui, spensierato ventenne mantenuto dal governo dello Stato dell'Arizona per ubriacarsi ogni sera nei bar di Pechino nella speranza di rimorchiare qualche bambolina con gli occhi a mandorla, gli studi sociali, che si occupano di emarginati e persone ai margini, disturbano. Ecco, è un po' così che mi sono sentito oggi alla mostra: uno ai margini.
E poi avrei anche da spendere due parole relative all'altra sezione della mostra, quella dedicata al cine-documentario indipendente in Cina. Ma non qui, non in questo post.
Saluti.
1 Comments:
Ciao,
allora ovviamente leggo il post sull'arte contemporanea.
Grazie!Perchè oggi ore 23.18 Roma casa mia,mi hai fatto ridere(descrizione del custode,della calligrafia canina,e dei cazzi pelosi di mao),anche se da sola davanti al computer.
Il che è raro,e quindi non posso che ringraziarti,il che mi fa pensare:veramente non possiamo mai sapere cosa deriverà dalle nostre azioni.Meraviglioso!
irene
P.s.cmq sono felice per te che ogni volta che vai ad una mostra d'arte contemporanea ne esci di buon umore.Io se mi va bene ogni volta vorrei uccidere il primo che incontro.
Prenderò esempio.
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