Wednesday, January 06, 2010

Thyssen Krupp: ne avrei volentieri fatto a me


Esattamente venticinque mesi fa a Torino l'ennesimo crimine del marcio capitalismo, quello dove conta solo il profitto, il resto son chiacchiere: sette operai venivano bruciati vivi in uno stabilimento della Thyssen Krupp. Il processo è ancora in corso, ma non importa, sappiamo tutti come andrà a finire. Pensiamo piuttosto ad intitolare strade al pluri condannato e latitante Bettino Craxi, padre politico della più grande sconfitta italiana degli ultimi due mila settecento anni: Silvio Berlusconi.

Nel campus della mia università in poco più di un anno han tirato su un mega dormitorio super accessoriato, quindici piani di ferro e vetro, fondi coreani, uffici e camere da letto. Una cosa a metà tra una caserma, una prigione ed un ospedale. Lussuoso, dicono. Freddo, morto, secondo me. Preferisco il mio di dormitorio, costruito negli anni settanta, è vivo, vissuto, la sera ci ballano i topi e i gli studenti nigeriani e vietnamiti cucinano fino alle quattro di mattina, non ci annoia mai. Quando vado al dormitorio di fianco a trovare qualche amico, salgo in l'ascensore, premo un tasto e leggo in alto l'etichetta: Thyssen Krupp.

Vien voglia di scendere. Lo vado a trovare un'altra volta, quell'amico.
p.s. Una volta si diceva "beato il popolo che non ha bisogno di eroi", ma almeno gli eroi erano il Principe Azzuro o Guglielmo Oberdan. Oggi abbiamo Mangano e Craxi... Italiano, quando vai a votare ricordati di non lasciare il cervello a casa.

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