Prolegomeni ad ogni futura educazione fisica
Un uomo può amarne un altro. Per amore. Così come un uomo può scrivere. Per frustrazione. Odio perdermi gli orecchini. E amo il mio portatile, vecchio e impolverato, con le scritte sui muri, made in Japan, comprato in Cina. Se ci infili dentro un cd vibra come un vibratore. Non lo legge, vibra soltanto.
Di recente ho conosciuto dei ragazzi di 1) Alaska 2) Valle d’Aosta 3) Groenlandia. Me ne hanno raccontate di belle. Se vi siete davvero rotti le balle di società contemporanea, post strutturalismo e capitalismi vari, la via di fuga la cercherei sotto la voce “montagne e ghiacci”.
Spunti di ricerca per il prossimo millennio:
- la strada ferrata in Italia: un anno di viaggio nei treni di Santa Trenitalia, una odissea senza ritorno, le facce i volti e le voci del popolo itinerante (pagante o meno) delle ferrovie dello Stato italiano. Metto a disposizione penna, taccuino e registratore vocale. Mi concentrerei sui migranti, su quelli che i giornali bollano come “extracomunitari”.
- La stessa persona che parla lingue diverse è in realtà persone diverse: sperimentare. Registrazioni audio e video di persone che usano diverse lingue per esprime lo stesso concetto: ne usciranno (credo: è questa la tesi da dimostrare) concetti diversi.
- Percorsi al contrario: la letteratura dei non vedenti. Dal braille alla scrittura per vedenti: cosa sentono il bisogno di scrivere le persone che han perso la vista o che non l’hanno mai avuta?
- Notte: telecamera e una torcia elettrica neanche troppo potente. Vagabondare nelle strade di città e campagne registrando particolari e felini in calore: nessun effetto grafico, nessuna arte, documentario allo stato puro, forse troppo.
Nicolas Philibert è un genio.
Ah, ho scoperto (ultimo a saperlo, credo) che in fondo alla Città proibita, prima del giardino, sulla sinistra c’è un negozio-esibizione artistica: hanno roba interessante, molto dozzinale, un misto di contemporaneo timbrato 798 e il più classico del classico, ma onestamente “bello”, da portare a casa, da tenere in camera. Non ho mai capito cosa significhi “bello” ma là dentro di cose “belle” ne ho viste diverse. Prezzi da giocarseli a dadi. D’altronde parliamo di arte: dunque non in vendita.
“Zut alors!”, come dicono i francofoni.
E se viene la pioggia, al massimo, ci bagneremo.
Applauso.
Foto: Virginia Gonzalez Cordero
Di recente ho conosciuto dei ragazzi di 1) Alaska 2) Valle d’Aosta 3) Groenlandia. Me ne hanno raccontate di belle. Se vi siete davvero rotti le balle di società contemporanea, post strutturalismo e capitalismi vari, la via di fuga la cercherei sotto la voce “montagne e ghiacci”.
Spunti di ricerca per il prossimo millennio:
- la strada ferrata in Italia: un anno di viaggio nei treni di Santa Trenitalia, una odissea senza ritorno, le facce i volti e le voci del popolo itinerante (pagante o meno) delle ferrovie dello Stato italiano. Metto a disposizione penna, taccuino e registratore vocale. Mi concentrerei sui migranti, su quelli che i giornali bollano come “extracomunitari”.
- La stessa persona che parla lingue diverse è in realtà persone diverse: sperimentare. Registrazioni audio e video di persone che usano diverse lingue per esprime lo stesso concetto: ne usciranno (credo: è questa la tesi da dimostrare) concetti diversi.
- Percorsi al contrario: la letteratura dei non vedenti. Dal braille alla scrittura per vedenti: cosa sentono il bisogno di scrivere le persone che han perso la vista o che non l’hanno mai avuta?
- Notte: telecamera e una torcia elettrica neanche troppo potente. Vagabondare nelle strade di città e campagne registrando particolari e felini in calore: nessun effetto grafico, nessuna arte, documentario allo stato puro, forse troppo.
Nicolas Philibert è un genio.
Ah, ho scoperto (ultimo a saperlo, credo) che in fondo alla Città proibita, prima del giardino, sulla sinistra c’è un negozio-esibizione artistica: hanno roba interessante, molto dozzinale, un misto di contemporaneo timbrato 798 e il più classico del classico, ma onestamente “bello”, da portare a casa, da tenere in camera. Non ho mai capito cosa significhi “bello” ma là dentro di cose “belle” ne ho viste diverse. Prezzi da giocarseli a dadi. D’altronde parliamo di arte: dunque non in vendita.
“Zut alors!”, come dicono i francofoni.
E se viene la pioggia, al massimo, ci bagneremo.
Applauso.
Foto: Virginia Gonzalez Cordero
3 Comments:
ohi
ricerca numero uno: pensata piu e piu volte, potrebbe essere un progetto da fare insieme in futuro...sul serio
ricerca numero due" leggi sapir-wolf
documentario sui gatti in calore, per favore passa di qui e portate via il gatto di carla possibilmente lasciandolo in una strada nascosta di qualche citta', se poi i gatti sono prelibatezza locale meglio.
ricerca numero uno: mettiamola da parte, magari questa estate, se le nostre strade riescono ad incrociarsi in italia...
ricerca numero due: relativismo linguistico? evvai!!
gatti in calore: con me sbatti male, la mia allergia ai gatti è ancora fortissima e altrettanto fastidiosa. conoscendo il tuo amore per gli animali non capisco come il gatto non sia già finito al forno tra patate e cipolla...
forse jack viene in cina per l'expo a shanghai 2010. un sinologo e un regista in cina, se l'etnografo ci raggiunge potremmo tirar fuori qualcosa di esplosivo. tipo ritirare in ballo "l'anonima comunque". non so, sarà solo l'entusiasmo del momento, ma io scherzo sempre di meno.
in gamba
il concetto è diverso da persona a persona anche se parlano la stessa lingua, perchè il concetto riferisce all'idea e un' idea collettiva, che sia esattamente la stessa da pers a pers, nn esiste, almeno nn è stata mai provata -nulla di nuovo.
la stessa persona che parla in lingue diverse è un diversa persona?!credo che il multilinguismo in se crei una nuova identita- che si esprime in ogni contesto e per mezzo di lingue diverse.
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