Scendi, compagno!
Mah. A me questa faccenda del crocifisso nelle aule pubbliche dello Stato Italiano (e non dello Stato del Vaticano, che non è una repubblica ma una monarchia, ha un re, si chiama Papa e lo eleggono pochi vecchi burocrati dal sangue blu e una coppola rossa in testa) fa sempre ridere. E incazzare.
Mi divertono i dibattiti in materia tra questi personaggi delle caste alte italiane, di ogni religione e credo politico. Vedere scannarsi (per finta) musulmani e cattolici, atei e cristiani, fondamentalisti cattolici pluri divorziati che vanno abitualmente a trans e agnostici convinti che vanno a confessarsi ogni santa domenica.
L’Italia è un bel ridere. Patria del moralismo ipocritica. Chi c’è nato o vissuto sa bene di cosa parlo. Il problema è spiegarlo a chi vive all’estero, a chi non è italiano e quindi non imbevuto della cultura dominante. Direte voi “sì, ma tutto il mondo è paese”. Mah. Non saprei. Mi auguro di sì. Per voi.
Segnalo qui un bell’articolo di Dario Fo su IlManifesto.
E ricordo quella spettacolare poesia di Mayakovsky che invitava il “compagno” Cristo a scendere da questa cazzo di croce ed unirsi alla gente comune. E ricordo quando in secondo liceo lanciavamo quotidianamente il crocifisso dalla finestra, credendo che dio sapesse volare. Non volava. E arrivò il giorno che ci fecero pagare tutte le croci buttate di fuori.
Non temere compagno Cristo, prima o poi ci riusciremo. A farti venir giù.
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