Da "Il fuggiasco di Xiamen", di Oliver August...
"Ho cominciato ad occuparmi di Cina per caso, dopo una telefonata del luglio 1998. Allora ero un reporter di ventisette anni che lavorava a New York per un quotidiano britannico. Non ero mai stato in Asia e non credo di aver mai pensato di andarci. 'Cerchiamo un nuovo corrispondente da Pechino' mi ha detto il caporedattore del 'Times', al telefono dall'altra parte dell'Atlantico."
"Mangiare, mi ha spiegato, lo rendeva più felice di qualsiasi altra attività umana. Per lui era come il sesso, mi ha detto, ribadendo così la convinzione diffusa fra i cinesi che in Occidente fare l'amore sia un passatempo nazionale"
"La priorità che il confucianesimo attribuiva alla famiglia era ancora sentita, anzi, era più viva che mai; a parte pochi dettagli, tra cui, stando a Kim, il divieto di avere rapporti sessuali per tre anni dopo la morte di un genitore. 'Sarebbe davvero un po' lungo' era stato il suo commento"
"Nelle parti più povere della città, dove andava a vivere chi era appena arrivato dalle campagne, avevo visto carne di cane nei menù dei ristoranti. Niente esprimeva meglio la trasformazione incompiuta della città e dei suoi abitanti: chi faceva la toilette ai cani e chi li mangiava"
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