Thursday, January 25, 2007

Intervista ad Alex Zanotelli in occasione del Social Forum di Nairobi

Fonte: Unità Online

A Korogocho, un pezzo di terra, lamiere, baracche, case improvvisate che si estendono per 1 km e mezzo di lunghezza e 1 km di larghezza vicino alla più grande discarica di Nairobi, vivono 100mila persone: uomini, donne, bambini, che, per usare un termine coniato da padre Alex Zanotelli, sono "sardinizzati". Dopo aver vissuto e lottato a Korogocho per 12 anni, Zanotelli è tornato nello slum in occasione del Social Forum Mondiale che si è chiuso giovedì nella capitale del Kenya. «Tornare qui è stato un secondo battesimo - racconta con commozione all'Unita.it- è stato bellissimo mi hanno abbracciato, accarezzato, baciato, ho sentito il senso vero delle relazioni umani».
Padre Zanotelli, tornando a Korogocho dopo cinque anni ha trovato qualcosa di diverso, pensa che ci siano stati dei passi avanti nella situazioni di queste persone?«La situazione dei poveri non è migliorata, anzi è peggiorata. Però ho sentito che qualcosa a Korogocho è effettivamente cambiato: c’è un senso molto più vivo dei propri diritti, è un pullulare di organizzazioni, cooperative, gruppi che si battono e questa nuova vivacità è davvero straordinaria e importante. In questo senso il Forum Mondiale ha aggiunto stimoli e dato respiro e spazio a questo fermento. Anche se è stato assurdo che per entrare si dovessero pagare 500 scellini che qui rappresentano un quarto dello stipendio medio mensile. Ma anche a questo si è portato rimedio: prima l’organizzazione ha abbassato l’ingresso a 200 scellini e poi i ragazzi che volevano entrare, che volevano partecipare, hanno sfondato i cancelli e sono entrati: è stato bellissimo perché per la prima volta i poveri, la gente semplice, delle baraccopoli, ha partecipato a un Social Forum Mondiale. È importante perché sono loro i protagonisti: qui 3milioni di persone vivono negli slum».
Pensa che il Forum sia stato una novità importante per l’Africa?«In realtà il Comitato organizzatore non ha lavorato bene e questo perché rappresenta un po’ la “borghesia” del movimento che non ha contatti reali con la base della città, con le persone più povere ed emarginate, quelle che appunto che vivono nelle baraccopoli. Però è stato fondamentale che il Forum sia venuto qui. E anzi è assurdo che si sia aspettato il settimo anno per farlo in Africa. Per questo spero e chiedo che anche il prossimo Forum Mondiale si svolga in una capitale africana, perché ha aperto gli occhi a molti, ha messo in contatto le persone, ha fatto da cassa di risonanza per i problemi di questo continente che è il più povero e emarginato»
Ma concretamente noi, l’Italia, non solo il govenro ma anche i singoli cittadini cosa possono fare per l’Africa?«Nel nostro paese a livello di base c’è quello che non c’è a livello di governo: sensibilità e lavoro, c’è la cooperazione decentrata che è fondamentale perché significa contatti non tra istituzioni ma fra le persone, dal basso. Ed è di questo che l’Africa ha bisogno, è su questo che si deve fare un salto avanti. E penso che tutto questo dovrebbe trovare collocazione politica in un ministero della Cooperazione distinto e staccato da quello degli Esteri. Per esempio potrebbe essere il Presidente della Repubblica il referente. Però è importante che sia permesso anche alle realtà di base di fare politica. Ma se devo dire una prima cosa è che il Governo Prodi trovi immediatamente i 260milioni dovuti al Fondo per la lotta all’Aids perché è una vergogna per noi avere questo debito».
Quali saranno le grandi battaglie dei prossimi anni, quelle sulle quali il movimento dovrebbe impegnarsi pensando al Sud del mondo?«I grandi temi sono fondamentalmente due: gli Epa e l’acqua. Gli accordi di libero commercio tra Europa e Africa saranno un vero capestro per questo continente che è già allo stremo delle proprie forze. Per questo mercoledì qui a Nairobi migliaia di contadini hanno manifestato e quindi è un tema che va assolutamente ripreso e sostenuto. Poi la parola d’ordine è acqua. Se perdiamo la battaglia sul diritto all’acqua perderemo anche quella sulla povertà e sulla democrazia. Perché se oggi abbiamo 50 milioni di morti per fami tra pochi anni, se non facciamo niente, avremo 100 milioni di morti per sete. E che questo tema sia fondamentale lo abbiamo visto anche qui al Forum dove una bottiglietta piccola di acqua costava 40 scellini e la gente veniva da me, da noi, a chiderci di comprargliela perché non se la possono permettere».

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