Friday, May 27, 2022

La scuola è una cosa seria. E non finisce mai.

Per favore, smettetela di dire che “la scuola è quasi finita”. Lo sento spesso, troppo spesso ultimamente. E un po’ ovunque: in pullman, al bar, nei negozi, in biblioteca, allo stadio, A SCUOLA. Non solo non è vero, ma è anche vero il contrario. Risultato: enorme e fastidioso malessere.

Non è vero che la scuola è quasi finita. Anzi, per molti come me inizia adesso. E nella sua parte peggiore: quella burocratica, amministrativa, fredda, cinica, noiosa, snervante. Quella senza alunni e senza alunne.

La scuola non finisce, mai. Capisco uno studente o una studentessa, stanchi della didattica iniziata a settembre e ormai in dirittura di arrivo. Fossi in loro, anche io sarei contento che “la scuola è quasi finita”. Ma in bocca a un insegnante, a un collega, è imbarazzante. Da chiederti in che razza di posto sei finito…

La didattica quest’anno termina il 4 giugno. E poi inizia l’inferno. Altro che “è finita”! Per me la scuola sono i ragazzi e le ragazze che incontro ogni mattina in aula. Dal 4 giugno di ragazzi e ragazze ne vedrò sempre meno, ma non perché sarò in vacanza estiva. Ne vedrò sempre meno perché dal 4 giugno iniziano le riunioni per decidere i voti e le eventuali bocciature, poi inizieranno i corsi di recupero fino a fine luglio, bisognerà seguire i vari progetti, i viaggi e i percorsi di PCTO (vecchia “alternanza scuola-lavoro”). Nel frattempo inizieranno gli esami di Stato (la “vecchia” Maturità). Quando anche questi saranno terminati, solo allora, anche noi docenti potremo andare in vacanza per qualche settimana, fino al 20 di agosto circa, quando cominceranno gli esami “di recupero”, per alunni e alunne con insufficienze nelle varie discipline. Poi avremo gli esami integrativi per alunni e alunne che rientrano da periodi di studio all’estero. Poi di nuovo gli scrutini (riunioni di docenti divisi per classe). C’è poi il primo e lunghissimo collegio docenti del nuovo anno scolastico. E a metà settembre si riprende con la didattica.

Capisco che un alunno o un alunna non lo sappia, non abbia un quadro chiaro o completo. Capisco anche che non lo sappia una persona non addetta ai lavori. Ma da un docente, da un collega, sentire “la scuola è quasi finita” è quanto di più imbarazzante. Preferisco sentire l’Angelus del Papa, i mantra degli Hare Kṛṣṇa o le motivazioni dei No-vax. La scuola è una cosa seria. E non finisce mai. Sappiatelo.

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