Thursday, May 27, 2021

宜家家居 Non ero mai entrato all'IKEA. Ci porterò alunni/e in viaggio d'istruzione.










Non era mai entrato in un negozio IKEA, ma mi sarebbe dispiaciuto morire senza averlo fatto. A 24 ore da questa esperienza, credo che ogni persona che voglia capire qualcosa della modernità debba andare in visita in un negozio IKEA. Un po' come un musulmano alla Mecca. Non per comprare, almeno non necessariamente. Comprare, fare shopping o consumare sono infatti termini per i quali nutro la stessa simpatia che provo per la Civitanovese calcio. Credevo l'IKEA fosse una mega azienda multinazionale di produttori e venditori di mobili per la casa a basso costo. Un luogo per le classi medio-basse che vogliono illudersi di vivere in un ambiente certamente plastico ma simile a quello dell'alta borghesia. Mi sbagliavo, non è questo. O meglio, non è solo questo.

Ho visitato (un po' come si visita un museo) l'IKEA di Camerano (provincia di Ancona, unico nelle Marche) nel pomeriggio di ieri, per un totale di un paio d'ore. La prima impressione che si ha è quella di essere entrati in un enorme centro commerciale dalla struttura e dal tocco estremamente moderni. Sembra proprio di stare in un museo, di entrare in un quadro di Van Gogh. Poi ti chiedi cosa cazzo venda questo brand svedese e non ci metti molto a capire che qui non vendono merce: qui propongono modelli di vita.

L'interno di una casa, su metratura ridotta e già stabilita, con gli accessori e la disposizione che propongono loro. Sedie, tavoli, quadri, lampade, specchi, armadi, sgabelli, mobili, cuscini, lampadari, coperte, tappeti. Costa tutto poco, cioè meno di quanto lo paghi fuori da qui. Il prezzo è basso perché la produzione risparmia sui materiali (in gran parte scadenti) e sulla manodopera che quegli arredamenti dovrebbe assembrarteli a casa. O almeno così mi sembra di aver capito. Il tutto (nelle intenzioni) piuttosto gay-friendly, pet-friendly, green-friendly. Insomma, moderno. Design e colori li puoi scegliere tu, l'offerta è vastissima. Tanto loro vendono il modello di vita, non la merce in sé. Quale modello? Quello dove puoi "lavorare dal letto", come suggeriscono i finti computer portatili presenti in tante stanze riprodotte. Il piacere e il comfort di vivere in uno spazio che qui vedi concreto, il piacere di sedersi a lavorare davanti al computer, per poi spostarti sul divano a 40 cm da te e guardare la TV. E poi spostarsi di altri 40 cm per sederti a tavola a consumare il pasto e doverti sbattere per gli ultimi 40 cm fino a raggiungere il letto. La vita in 10 metri quadrati. Visibile, toccabile, sensibile, passeggiabile. Da IKEA. Da anni ci insegnano che la vita è tutta in un telefono portatile, ora anche il tuo spazio umano è racchiudibile nello spazio proposto per te dai designer e dai filosofi salariati da Ikea. Geni.

Pensavo di averle viste tutte, invece questo è solo il primo "livello". Quello dove vedi modellini a grandezza reale di interni di case, stanze, arredamento. Non si prende e non si compra nulla, al massimo puoi osservare, toccare e segnarti il codice per prenotare, pagare e portare a casa il modello di casa che più ti aggrada. Ma questo è solo il primo livello. Al secondo livello trovi scaffali e oggetti vari per la casa, un po' come in un grande supermercato. Gli anni '80, "Grandi magazzini" di Boldi e De Sica. Al terzo livello (il mostro finale, come nei videogiochi arcade) ci sono spazi enormi, altezze inverosimili, grigi scaffali pieni di scatoloni che contengono parte della merce desiderata al primo livello. Sembrano rifugi anti-nucleari di epoca sovietica. I carrelli della spesa potrebbero contenere l'auto elettrica parcheggiata fuori. Alla fine, oltre le casse, anche lo spazio "food", con prodotti scandinavi. Salmone sottovuoto, birra scura, conserva di lamponi, barattoli di senape.  

Ecco, qui vorrei portare alunni e alunne in viaggio d'istruzione, un po' come nelle vecchie gite scolastiche. All'IKEA trovi un museo della modernità. Il luogo dove vedere, toccare con mano e studiare spazi, desideri, arredamenti e comodità delle famiglie del secolo XXI. Qui la parola "modernità" (ma anche "post-modernità") che alunni e alunne studiano nei libri di scuola trovano una rappresentazione pratica.

Altro che il British Museum, altro che il CERN di Ginevra, altro che Roma antica: per comprendere il mondo attorno a te, caro/a adolescente, fatti un giro all'IKEA. Non si paga neanche il biglietto d'ingresso e il parcheggio è gratis.  

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