Monday, April 13, 2020

Sarà un click che vi seppellirà. Riflessioni sulla rivoluzione digitale.


Nella mia vergognosa ignoranza in tema di meccanismi informatici, nuove tecnologie, smarth phone, web e deep web, big data, piattaforme digitali, multinazionali dell’informazione on-line, social network, cookie e privacy (notare quanti termini anglofoni!), da tempo rifletto in maniera tutt’altro che serena su questa rivoluzione digitale in atto, sulla piega che sta prendendo la realtà attorno a me, sulla massificazione dei consumi e delle relazioni sociali on-line. E, me ne rendo conto, lo faccio da un punto di vista privilegiato, cioè quello del rapporto costante con le nuove generazioni (i miei studenti e le mie studentesse in piena adolescenza) e nel loro utilizzo della rete e dei device. Ammettiamolo, questa chiusura totale da Covid-19 non poteva e non può fare altro che accelerare questo processo. 
Se leggo o ascolto le analisi di studiosi, esperti, informatici, filosofi, psicologi, sociologi o giornalisti le mie preoccupazioni non possono che inasprirsi. Il problema non è demonizzare questi media o i loro effetti sulla società, né mandare tutto a fanculo e scappare in un'isola deserta, onorando quel "Fuck the system!" di giovane età e realizzare il sogno di un vita sociale e comunitaria in qualche angolo remoto del pianeta Terra. Il punto è come prepararsi ad affrontare e gestire questa rivoluzione digitale e trovare un proprio posto, coerente e sereno, in essa.   

La pubblicazione, ieri, di questo articolo di Salvatore Iaconesi mi ha improvvisamente fatto sentire meno solo...

"stiamo assistendo all’ennesimo spostamento di potere dai governi nazionali e sovranazionali a quelli computazionali – come è già avvenuto a più riprese tutte le volte in cui le grandi piattaforme sono state in grado di offrire servizi gratuiti alla cultura, ai musei, alla ricerca, di fatto entrando con forza nei loro processi deliberativi, decisionali, educativi, sociali e psicologici. Al livello successivo si collocano le questioni legate all’implementazione di queste soluzioni  nella società. Cosa vuol dire, ad esempio, che per poter fruire di un servizio del mio Servizio Sanitario Nazionale – che pago con le mie tasse – devo diventare – necessariamente e di fatto – un utente delle piattaforme di Apple e Google?" 

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