Thursday, February 27, 2020

Italietta.


"Innanzitutto, c’è il problema dell’istruzione. In Italia solo il 14% dei maggiorenni vanta una laurea, e metà della popolazione adulta non va oltre la licenza media. E se è vero che lo studio non è sinonimo o garanzia di una piena e razionale comprensione del mondo intorno a sé, è altrettanto vero che l’istruzione rimane lo strumento più adatto a fornire gli strumenti e le competenze per analizzare criticamente la realtà. Il dato più preoccupante è allora quello dell’analfabetismo funzionale: secondo lo studio Piaac, in Italia il 28% della popolazione adulta è “incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”, come riporta la definizione dell’Ocse.
La seconda motivazione è da ricercare nel mondo dei media, vecchi e nuovi: essi contribuiscono enormemente a creare uno pseudo-ambiente insicuro, catastrofistico e noncurante della realtà fattuale per avere più ascolti o mi piace. Secondo l’istituto Demos, con più del 20% di notizie “ansiogene”, i telegiornali italiani trattano la cronaca nera più del triplo rispetto ai colleghi britannici e spagnoli. Questo dato è particolarmente rilevante in un Paese in cui metà dei cittadini reperisce le informazioni ancora esclusivamente o principalmente dalla televisione."

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