Friday, November 15, 2019

Prima che tutto finisca così...


A Cluj Napoca, città universitaria da qualche parte nel nord ovest romeno, da qualche parte in piena Transilvania, da qualche parte a due passi dai Carpazi. Aria fresca, voglia di tornare ventenne. L'Accademia delle Belle Arti, sculture in delirio, il delirio della scultura. Periferie soviet, zingari e guai. Stalin vive. Malconcio, ma vive. Il cielo plumbeo dell'Irlanda del Nord. Gole, fiumi, boschi, pavimenti di foglie rosse. La notte che arriva sempre troppo tardi. Molto prima che tutto finisca così, molto prima che tutto finisca all'alba. Il monastero ortodosso. Sveglia alle 5 per i vespri, poi liturgia fino alle 8. Molto prima della colazione, abbondante e comune. Sono quattro sotto zero, quel classico gelo che penetra ossa e desiderio. I film di Lucio Fulci. Grigorij Efimovič Rasputin. Dylan Dog. Mai visto una bandiera nazionale in una chiesa. Prostrati a terra come i musulmani salafiti. Lamenti cantati come i buddisti di Mongolia. Sullo sfondo un sipario che si apre e chiude. Oltre ogni teatro. Nei paraggi poche persone e qualche bambina infreddolita. Come me. Sotto di me il dolore delle ginocchia. Eucarestia non di ostia ma di pezzi di pane. Il segno della croce "al contrario". Prima a destra, poi a sinistra. D'altronde, gli ortodossi sono loro. La croce, strumento di tortura e morte romano, elevato a simbolo della cristianità mondiale. Dal 33 d.C. Le miniere di sale di Turda. Turda. Un nome una garanzia. Il bar gestito da una minorenne bionda nel centro del centro città. Il ritorno a Cluj. Ultima occasione per finire in galera. Ristorante e pacchetto di Marlboro rosse 100s. In tre ore e ventidue minuti. Il tentativo, serio, di tornare ventenni. Che poi non sai mai come può andare a finire. Per me è finita in hotel. Sveglia a mezzogiorno. La classica Apocalisse. Prima immagine: anziana signora attraversare la tangenziale su carro trainato da cavalli. Onore.
Poi l'auto, malconcia come Stalin, direzione ovest. Direzione Macerata. 1.577 chilometri. L'hangover romeno. La pianura magiara. Il buio sloveno. Trieste. Scavalcate le foibe, Pordenone e i Prozac+ allo stereo. Padova per un saluto a Toni Negri. I colli Euganei e i prati di brina e di nebbia, dove passai la notte che non ero più troppo giovane. Bologna, coi suoi orchestrali. Dopo Rimini le Marche. Ed è subito Macerata.


Scine, ce simo fatti Cluj - Macerata dritto pe' dritto. Co la nebbia, co lo pioe. Autostrade 'n cazzo. Frontiere a palle de fori. Durmì su l'Autogrill. Ultras Maribor. Vecchio stile. Pe' salutatte. Mauro Arigoni sa. Mauro Arigoni presente.

When I take a razor and I wanna take my life 
I wanna take a knife and I wanna take my life 
They don't understand, no they don't understand
They don't wanna understand

Sham 69 - They don't understand
https://www.youtube.com/watch?v=9Ve45nuGAtA


p.s. Non so chi sia l'autore della foto. Spero non se la prenda per l'utilizzo malconcio.

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