Friday, March 15, 2019

Solo il terremoto non si scorda mai dei terremotati.


"La zona qui è povera, sempre per quel discorso che il terremoto si è abbattuto su una zona già in forte crisi da prima. Se uno ci pensa, questo terremoto si chiama genericamente “del centro Italia”, cioè non ha nemmeno un nome. Non si parla del centro storico di L’Aquila da ricostruire o delle imprese emiliane da far ripartire, né dello spirito d’acciaio dei friulani o del dramma continuo dei campani. Qui vive un popolo tendenzialmente anziano, di contadini e allevatori, gente che parla solo in dialetto e, diciamoci la verità, la cadenza locale è piuttosto sgraziata, inadatta anche a fare da strumento per il folklore televisivo. Qui ci sono soprattutto seconde case, case dei nonni, vecchi ruderi abbandonati. È il terremoto dei poveri, degli sfigati, quello per cui manco ci hanno fatto una canzone."

"Le Marche sono la regione che più ha subito gli effetti del terremoto. La stragrande maggioranza dei danni è qui. La “regione al plurale” però è estrema periferia dell’impero, non se ne parla mai, in molti non sanno nemmeno dove si trovi davvero questo posto che ha un’identità propria solo relativamente: a nord è Romagna, a sud è Abruzzo, al centro c’è un incrocio di dialetti tutti simili ma allo stesso tempo diversissimi tra loro. Le Marche, si sa, sono tranquille per definizione: cosa mai potrà accadere di strano qui? A memoria di cronista, negli ultimi anni mi pare tuttavia che da queste parti sia successo di tutto: oltre al terremoto – che già da solo basterebbe – l’elenco prevede: un incidente di aerei da guerra (Ascoli Piceno, estate 2014), l’omicidio a sfondo razziale di Emmanuel Chidi Namdi (Fermo, estate 2016), tre casi di cronaca nera enormi e dalla colossale eco mediatica tutti avvenuti ad Ascoli nei primi sei mesi del 2011 (gli omicidi di Rossella Goffo, Melania Rea e del piccolo Jason Pruscino), la sparatoria di Luca Traini a Macerata (febbraio 2018). E questo soltanto a fare una rapidissima ricognizione mentale. Sicuramente mi sfugge qualcosa, non è importante, perché il discorso mi pare già abbastanza chiaro."

Tratto da "Dopo. Viaggio al termine del cratere" di Mario Di Vito

Qui la versione digitale, scaricabile gratuitamente:

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