Contro Montale.
E neanche domenica scorsa siamo riusciti a terminare la partita in undici. Due espulsioni in due gare. Dirette. Dei cartellini gialli ho perso il conto. E ultimamente a Macerata vedo più rossi in campo che risse al bar. Il divertimento ha cambiato indirizzo.
Meno ci divertiamo noi sugli spalti. Specie se, con l’attacco falciato via dai fischietti, in campo riusciamo a far gol solo su autorete avversaria. Sulayman si è fatto perdonare in extremis il gol che si è mangiato a tu per tu col portiere dell’Azzurra Colli. Vero che non siamo in Serie A, vero che Sulayman non è Ronaldo (Luis Nazario da Lima, non quello delle pubblicità degli addominali), ma un’occasione così non si spreca neanche se stai vincendo per dieci reti a zero. Stavo per entrare in campo. Nonostante l'allergia per ogni casacca rossoblu. Meno male il 2 a 2 finale. Perdiamo punti. Ma la cosa peggiore è che perdiamo anche entusiasmo e persone sugli spalti.
Partita a parte, mi ha molto colpito la morte dell’ultras interista durante gli scontri a Milano con i tifosi del Napoli. E non per la banale morale borghese contro la violenza negli stadi. Mi colpisce perché non so mai come reagire o che idea farmi di fronte a fatti del genere. A perdere è sempre il calcio. Il calcio di chi lo ama allo stadio, non in TV.
Temo si avverino le parole di Eugenio Montale…
sogno che un giorno nessuno
farà più goal in tutto il mondo
Fino ad allora: forza Rata!
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