Sunday, September 23, 2018

Inutile spiegarlo, non lo capiresti mai.


Poteva e doveva essere una giornata di gioia e soddisfazione, invece lo spettacolo è stato deprimente, pessimo il risultato, nero il futuro. Già passare dalla Lega Pro alla Promozione dopo un anno di stop causa fallimento non è facile per nessuno. Dagli stadi di Serie A ai campi di patate nei paesini persi nella campagna marchigiana, di cui anche Google si rifiuta di indicare la strada.
Non un coro, pochissimi i colori, annichilito l'entusiasmo. Tolto questo resta la classica passerella di insulti, parolacce, bestemmie, tensione, minacce, qualche sfottò. Eh sì, la passione calcistica è fatta anche e soprattutto di questo: non un posto per signore, non un posto per borghesi benpensanti. Dai che a teatro andiamo domani.
Due giocatori espulsi (due difensori centrali 38enni con esperienza decennale), un giocatore infortunato che va a sommarsi ad altri due già fuori, due goal presi di cui uno su rigore. Eppure.

Eppure la passione è sempre quella, porco il clero. Malattia maledetta. Il sole del primo pomeriggio in un sabato di fine settembre, la macchina per caricare un paio di amici, la sciarpa in tasca, il caffè corretto fuori lo stadio, quei gradoni a salutare gli altri malati come te. E poi c'è quel fischio d'inizio. Ad un anno e quattro mesi dall'ultima partita di campionato giocata la voglia è tanta, l'attesa è stata crudele. L'emozione al fischio d'inizio non si spiega, così come quel desiderio perverso di esplodere e fiondarsi sulle protezioni come a sfondarle e gridare "Gooooooal!!!!".

Che ne sanno gli altri. In ogni categoria, con ogni risultato. Grazie Maceratese.

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