Ciao Mantova.
Di Mantova mi mancherà svegliarmi la mattina con la vicina in cortile che grida al cane "Lucky! Vieni qui!". Leggere Il Giornale nei tramonti di domenica al Bar Magic. Le urla incomprensibili degli anziani locali nei circoli, tra una partita a tre sette e una a scopa. Il parcheggio dell'Anconetta. Lo stadio Danilo Martelli, da dove tutto è iniziato. Il Lambrusco rosso freddo. Il consumo di salumi che neanche in Emilia. Il puzzo violento di allevamento. Porto Catena e i ragazzi con la canna da pesca. Belfiore, Madonna delle Grazie e il Parco del Mincio. La Biblioteca Baratta, dove ho trascorso gran parte del mio tempo libero. Il fine settimana: non importa dove ma fuori. La pianura non credo che mi mancherà, ma il mio pensiero di tanto in tanto tornerà alla piatta Padania. I negozi che chiudono alle 12.29 e alle 19.29. Tornare a Macerata sparato sulla A14 e sentire quella sensazione di sollievo solo dopo aver superato Rimini e quel cartello con su scritto "Marche". Il tizio indiano sopra casa che prende lo scooter per andare a fare il turno in fabbrica prima che io vado a dormire e che rientra quando io mi sveglio. Chiedere due euro all'impiegato della Biblioteca Teresiana. Il "ne!" in chiusura di frasi, "vacca di!" a mo' di enfasi. Andare con i ragazzi giovani e meno giovani del Club Alpino di Mantova a scalare le vette del Trentino, tornare al tramonto in auto chiacchierando con E. di scuola e di gelato al fiordilatte. Ricevere ospiti con Couch Surfing e portarli a spasso di sera sul lungo Mincio. Il Cinema Mignon. Il Circolo ARCI Donini. Il Circolo ARCI Te Brunetti. Il Bar Grattacielo. La pizzeria "Qui Pizza!". Piazza Gramsci. I bevitori dei Giardini al Rio. I bevitori di Piazza dei Mille. Il Liceo Virgilio. Le mie colleghe, i miei colleghi. Le mie alunne e i miei alunni, soprattutto.
1 Comments:
w la rataaaaaaaaaa
Marta
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