出国旅行万岁 ! Un viaggio a Taiwan (I)
Probabilmente non avevo mai messo piede all'aeroporto di Malpensa, di sicuro me lo immaginavo piu' grande e divertente, tantomeno immaginavo di incontrare li' un altro maceratese in partenza per Shanghai. Dev'essere la sindrome di Matteo Ricci.
Non ricordavo non si potesse portare marmellata in aereo, sequestro lampo del gentilissimo "uomo della sicurezza" con accento campano. Neanche la soddisfazione di sapere che la marmellata se la mangera' lui. Mi tocca andare per shopping nella zona Duty free e accattare un limoncello pugliese come regalo alla famiglia cinese che mi ospitera'.
Ricordavo che, sia a terra che in volo, il personale "aeronautico" fosse piu' gentile e meno scontroso, invece hanno evidentemente globalizzato anche il capitalismo della maleducazione. Pasti e bevute decenti, ma mai abbondanti. Ho dormito per meta' volo, visto un film tristissimo (ma che consiglio a tutti/e:《大雪冬至》"A Loner", di Xing Xiao), letto un po', annoiato altrettanto. Atterrato a Shanghai provo a inventarmi qualcosa col mio miglior mandarino da laowai e riesco a non farmi sequestrare anche la bottiglia di limoncello che (mea culpa!) avevo strappato via dalla busta di plastica del Duty free. Crollo sulla prima panchina in sala di aspetto, non prima di aver fatto scorpacciata di schifezze cinesi: un aeroporto della Repubblica popolare, per quanto "non luogo" per definizione, ha almeno il pregio di farmi sentire di nuovo a casa.
Mi mancava la Cina? E i cinesi? Presto per dirlo. E poi... quale Cina?! Quali cinesi?!
Da Shanghai a Taibei bastano due ore di volo. La tipa che siede accanto a me avra' poco piu' di vent'anni. Viene da un'isola dell'Oceano Indiano, studia in Francia, ha vissuto in Malesia, parla quattro lingue e sta andando a Taiwan per un tirocinio di due mesi. E, soprattutto, detesta lo stile di vita europeo, troppo egoista e frettoloso. Sposami!
Da bambini la maestra ci insegnava che per scrivere un tema non basta elencare degli oggetti o delle azioni, insomma, non sta bene fare la "lista della spesa". Per questo, e solo per questo:
Primissime impressioni (nota bene, ho detto "primissime"!) di 台北 Taibei, capitale della 中华民国 Repubblica di Cina (altrove chiamata Provincia ribelle di 台湾 Taiwan): i colori di Bangkok, la pulizia di Singapore, l'ordine di Kyoto, il caldo di Kuala Lumpur, i caratteri di Hong Kong, i motorini di Canton, il cibo di strada che caratterizza le citta' asiatiche orientali dalla Tailandia alla Corea.
E poi... 7-Eleven e Family Mart ogni trentaquattro metri; il fascino sempre attuale dei mercati di quartiere, in particolare i 夜市 "mercati notturni" che qui sono una vera e propria attrazione turistica e motivo di orgoglio nazionale, tipo il Colosseo o il Pigneto a Roma; frutti tropicali dei quali avevo perso memoria, tipo la 芭乐 guaiava, o tuberi non meglio identificati come il 芋头 taro; le tipiche 店屋 casa-bottega alla cinese, con il negozio o bottega da artigiano al piano terra e venti piani di moderno palazzo abitato sopra; la quasi assenza (almeno nel quartiere periferico dove alloggio) di cestini dell'immondizia, un po' come fanno da noi in Trentino e per la serie "la monnezza tua te la porti a casa tua", variante ecologist chic del "aiutatevi a casa vostra"; per quanto il caldo non sia poi cosi' asfissiante, l'acqua (intesa come 水, cioe' "liquido generico potabile") e l'ombra restano i beni piu' preziosi.
E subito due tre cose che non avevo mai visto prima:
- un pappagallo vivo appeso fuori da un esercizio commerciale (un pappagallo grande, fiero, rosso e turchese come quelli che vedi nei film dei pirati) bagnato senza sosta con spruzzi di acqua dal negoziante per aiutarlo a contrastare la calura;
- una donna in bicicletta elettrica col figlio seduto in canna, attaccato con un mini-manubrio sotto quello della madre;
- il lancio a terra da parte dei fedeli nei tempi taoisti di pezzi di legno colorati di rosso e a forma di mezza luna, quasi fossero indovini o incalliti giocatori di dadi in osteria.
Saluti dalla prima giornata taiwanese.
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