Trema la terra, mai la passione.
"La botta grossa. Storie da dentro il terremoto"(2017), di Sandro Baldoni
E quindi ieri sera sono andato a vedere questo film documentario sugli sfollati di Umbria e Marche a seguito dei terremoti dell'autunno 2016. Oltre ad essermi commosso più volte (non tanto alla vista delle macerie, ma alla vista dei verdi Sibillini e delle persone che hanno perso tutto o quasi), mi è improvvisamente tornato in mente il perché. Il perché la scorsa estate ho deciso di restare nel territorio che sento più mio. Il perché di trascorrere le vacanze estive nelle Marche. E ho anche capito (solo ora!) come mai mi fosse costato così tanto sapere, ad agosto, di dover lasciare Macerata per il Nord Italia.
Ho capito infine un'altra cosa. Quando a seguito di una tragedia distruttrice come un terremoto si dice "Almeno sei ancora in vita, le case si possono ricostruire, le cose materiali non sono importanti"... beh, penso che questo sia vero solo in parte. E' certo una fortuna non essere morti sotto le macerie (chiedetelo a quelli di Amatrice o de L'Aquila), ma quando trovi improvvisamnte distrutto tutto ciò che era tuo e a cui appartenevi, è come se gran parte di te morisse in quel momento. Chiedetelo ai montanari che hanno passato tutta la vita sui Sibillini e ora si ritrovano catapultati lungo le coste del Mar Adriatico. Chiedetelo a chi non può e non potrà mai re-inventarsi una nuova vita altrove.
Non è vivere, ma sopravvivere. Dentro, si è già morti.
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E’ il mio cuore
il paese più straziato.
Giuseppe Ungaretti, San Martino del Carso
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