Tuesday, October 10, 2017

Questua molesta? “Io ho gia dato”.



Non conosco l’origine di questo “avviso” né chi ne sia l’autore o l’autrice. Ma mi infastidisce il messaggio. Capisco che oggi le città italiane siano piene di anziane signore e cittadini qualunque oltremodo stressati dall’insistenza con la quale alcuni “accattoni” (un tempo il termine era questo) stranieri. Magari migranti africani. Probabilmente richiedenti asilo politico. Diciamo quindi che provo a capire la frustrazione degli autoctoni infastiditi da questua molesta.

Il messaggio contenuto nella foto è tuttavia insensato. Ammesso e non concesso che l’autore e/o l’autrice siano in effetti onesti cittadini fiscali, che paghino tutte le tasse e siano perfettamente in regola col fisco, questo non credo autorizzi nessuno/a a scrivere quello che hanno scritto. Ci vedo dell’assurdo, dell’errore, dell’illogico.
Sarebbe come rifiutare una sigaretta ad uno studente che, per merito, ha ottenuto una borsa di studio dallo Stato per pagare le rette universitarie. Eh, già! Io pago le tasse utilizzate dallo Stato per finanziare la tua borsa di studio, quindi la sigaretta non te la do, ho già dato!
Sarebbe come rifiutare un passaggio ad un disabile che percepisce una pensione dallo Stato, perché io pago le tasse e quindi ho già dato! Via disabile, vai a scroccare auto e benzina a qualche evasore! 
Se io sono in piazza a distribuire palloncini ai bambini, me ne guardo bene dal regalare un palloncino al figlio dell’imprenditore che riceve sovvenzioni dallo Stato. Mica siamo matti, io ho già dato!

No, non ci siamo. Il fatto che l’Europa e l’Italia utilizzino le tasse degli onesti lavoratori e delle oneste lavoratrici (in Italia il cerchio è stretto assai!) per finanziare le operazioni di soccorso e accoglienza a migranti (profughi o meno che siano), non basta perché il cittadino in regola con le tasse se ne sbatta della tragedia umanitaria che ci troviamo a vivere da qualche tempo e chissà per quanto ancora. È una scusa bieca, un nascondersi dietro ad un dito.

Quindi, caro autore o cara autrice del messaggio, ricordatevi che il vostro pagare le tasse non autorizza scenate simili. E ricordatevi che “già” si scrive con l’accento.

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