Di queste due recenti settimane passate con gli alunni cinesi di Taicang
Il tempo, si sa, vola. E vola soprattutto in estate. L'estate per me è sempre una specie di centrifuga: mi sbatto fisicamente e mentalmente da una parte all'altra, inizio e finisco varie attività senza quasi mai avere il tempo di rendermene conto o riflettere su quanto appena vissuto.
Quindi fino a pochi giorni fa ero con un gruppo di ragazzini cinesi della città di Taicang (con la quale Macerata è gemellata) in giro tra musei, fattorie, negozi, paesaggi, campagne, montagne, mare e città d'arte nello Stivale. Molto diversa, sotto certi aspetti, dall'esprienza di accompagnatore / interprete fatta l'anno scorso con una squadra di giovanissimi calciatori cinesi in visita nella provincia di Macerata. Il resoconto di quest'ultima è riassunto qui sotto:
http://danielemassaccesi.blogspot.it/2016/07/logorroico-eroico-stomp-cosa-ho.html
Essere nati nel 1982 a Macerata o nel 2005 vicino Shanghai fa una certa differenza. Specialmente nel 2017. Sì, mi sento vecchio. Appartengo al passato, interpreto con difficoltà il presente e ho brutti presentimenti per il futuro. Ma questo a dei ragazzini cinesi non interessa e non deve interessare. Non so bene come io sia finito a fare il docente, ma il docente è un mestiere duro assai. Certo, la catena di montaggio è probabilmente peggio.
Non sono mai stato a Taicang. L'ho solo vista nelle foto, ne ho solo sentito parlare. La immagino come una delle tante metropoli cinesi delle zone più ricche: ampie strade e grattacieli, appartamenti moderni, grandi auto, tanto traffico, ristoranti, karaoke e centri commerciali ovunque. Una città sventrata dalla modernità con caratteristiche cinesi, circondata da una campagna che pure fa di tutto per scrollarsi di dosso trent'anni di comunismo di Stato e un'arretratezza cronica. Oltretutto è a due passi da Shanghai, nella parte meridionale del Jiangsu, una delle province più ricche della Repubblica popolare cinese. Ma non so, ripeto, non ci sono mai stato. Scrivere di Cina dall'Italia è come scrivere di sesso sfogliando un giornaletto porno.
Ma torniamo a questi giovanissini alunni cinesi in giro per l'Italia...
L'internazionale dei centri commerciali, uguali ad Oriente come ad Occidente. Aria condizionata a tutto, servizi, bagni, merci, consumo. Idem per gli hotel sopra un certo numero di stelle. Uguali un po' ovunque nel mondo. Ragazzini invadere la stanza delle ragazze e pavoneggiarsi a ciondoloni sul bordo della finestra... se caschi di sotto andiamo tutti in galera ma come biasimare il vostro ingenuo romanticismo!?
Non mi occupo di turismo, ma così su due piedi mi sembra di capire che la ricezione di turisti cinesi da parte dell'industria del turismo italiana è ancora tra il mediocre e il carente. C'è molto da fare, forse ci frega la pigrizia, forse la superbia. Aiutiamoli a casa loro.
Noccioline e verdure piccanti, la colazione dei campioni. Innaffiata con Coca Cola e Monster.
Il centro di Roma o di Firenze, nei quaranta gradi di luglio, tra soldati armati e orde di turisti, non è un piacere ma una tortura organizzata. Consiglio l'enoteca fuori la stazione di Montecatini Terme (PT). Ah, enoteca e stazione… binomio divino per un vagabondo come me. Le cameriere romene, il cuoco indiano, il pizzaiolo magrebino, il padrone italiano. Questa stanza d'albergo ricorda un po' la mia stanza nell'appartamento che avevo dieci anni fa a Canton. E questo film cinese in mandarino con accento taiwanese. E i sottotitoli in brasiliano. Esattamente come quando ero a Canton. I miei preferiti. Lo zoo invece resta sempre e ovunque un posto di merda.
Tornerei in Cina solo per fumare le 中华. Intercalari meno cortesi tipo 什么鬼 o 我操 a rotta di collo, come neanche i peggiori camionisti mancesi. Profonde riflessioni sul concetto di 无聊. Poi qualche parola nuova, tipo "Pinocchio" che si dice 匹诺曹, "struzzo" è 鸵鸟, "torre pendente" si dice 斜塔, "giraffa" è 长颈鹿 (letteralmente "cervo dal lungo collo") , "burattino" è invece 木偶 (letteralmente "marionetta di legno").
Fiumicino resta il non-luogo delle lacrime e degli abbracci. Degli addii, che preferisco immaginare come degli "arrivederci a chissà quando". Di fatto, li ho salutati con un semplice 太仓见! Vediamo se mi riuscirà effettivamente di andare in visita a Taicang. Nel frattempo, continuerò a desiderare le sigarette 中华 e a riflettere sull'industria del turismo italiana e il gap generazionale.
1 Comments:
W Il Gap generazionale
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