Wednesday, May 17, 2017

La droga come noia e la metanfetamina tra i figli di immigrati cinesi in Italia

“Lascia la scuola dopo appena due anni di superiori. Passa tutto il suo tempo libero con un proprio ristretto giro di amici, oppure chiuso in camera a giocare ai videogiochi preferiti online. Alla droga arriva nel tentativo di cercare sollievo alla pressione che si sente addosso da quando è in Italia. Ma si rende conto che lo sta indebolendo troppo. “Devo tornare in Cina”, mi racconta, “solo lì riesco a disintossicarmi”. Gli chiedo perché – e la risposta è molto diversa da quel che pensa sua madre: “Io ho iniziato a usare sostanze nel mio villaggio, quando ero ancora alle medie. Lo facevano in tanti: ormai di ragazzi della mia età lì ce ne sono rimasti pochi. Adulti quasi non ce ne sono, sono tutti vecchi. La gente sta tutta qua in Europa ormai. Ci annoiavamo da morire: è un villaggio di campagna, non c’è assolutamente niente da fare. Così noi ragazzi abbiamo cominciato a organizzarci da soli. I più grandi bevono, si ubriacano. Ma i ragazzi preferiscono le paste: extasy (摇头丸 yaotouwan), ketamina (K粉K fen), e poi ice (冰毒 bingdu), la metanfetamina in cristalli. È di quella che ho bisogno. Qui non so dove trovarla, mentre là ce n’è tanta e costa poco. Per questo devo tornare: mi aiuta a superare l’astinenza da eroina. Non riesco a farcela senza. Questo però non lo dire a mia mamma, lei non capisce”.”

Fonte:
“Le nuove dipendenze tra i giovani cinesi d’Italia: tracce di un disagio nascosto?” di Daniele Cologna
https://www.twai.it/magazines/sopra-un-unico-cielo-la-politica-spaziale-di-pechino/

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