Monday, February 20, 2017

La droga dei negri

"Il Duce aveva fatto la sua scelta. Non gli conveniva, non era possibile proibire l'alcool così come avevano fatto gli americani, e quindi concentrò i suoi sforzi anti­-droga contro sostanze poco diffuse e poco note come l'hashish, l'oppio e i suoi derivati, la cocaina. Ed è pro­prio da questa scelta politica che all'improvviso in Ita­lia nasce il problema della droga.
Presentata come medicinale la canapa era ben cono­sciuta dai medici e non costituiva davvero una droga contagiosa. Nonostante le descrizioni enfatiche di Mantegazza, di Arpino, di Valieri, di Baudelaire, di Gautier, delle Mille e Una Notte, di Moreau de Tours e di altri stranieri tradottti in Italia, l'hashish non solle­citava la curiosità di nessuno. "Un caso di abitudine all'hascich fu osservato a Genova pochi anni or sono in un dottore in chimica" affermava Mascherpa nel suo trattato di tossicologia del 1936.
Quando fu presentato dal regime fascista come "ne­mico della razza", come "droga dei negri" ossia come elemento distintivo di una minoranza diversa , l'hashish (con le altre droghe proibite) cominciò ad interessare una piccola frangia di emarginati."

Tratto da "Marijuana e altre storie" (1979), di Cesco Ciapanna

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