Contro Arthur Smith. E contro i contemporanei.
"In realtà - spiega Vacca - i cinesi «sono veramente attivi, pronti, svegli, ed hanno anche un certo loro modo di essere corretti ed educati, che li rende simpatici, più ancora di quanto non credessi [...] anziché un popolo strettamente utilitario, come spesso sono descritti, sono invece desiderosi di pensare di studiare per il solo desiderio di sapere». Il matematico apprezza soprattutto l'alto grado di alfabetizzazione («i miei portatori di sedia sanno tutti leggere»), grazie alla diffusione di scuole nei templi buddhisti e taoisti. «Quanto alla sporcizia di cui tanto parlano i viaggiatori, ho potuto constatare che essa non è maggiore di quella che si trova nei nostri villaggi italiani - e credo che lo stesso su per giù di possa dire dei villaggi francesi e tedeschi». Addirittura alcuni aspetti del gigante asiatico «andrebbero imitati», come «l'attenzione per la tradizione e la storia, l'educazione laica, l'attenzione alla giustizia e alla legalità, e il sistema statale basato su meritocrazia e senso del dovere»."
Fonte:
http://china-files.com/it/link/49290/viaggio-in-cina-1907-1908-diario-di-giovanni-vacca
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