Donna al volante...
Terminato il liceo ho vissuto a lungo fuori casa per motivi di studio e di lavoro. Dodici anni circa tra Roma, Cina e Irlanda che hanno avuto, fra i molti, il benificio di non dovermi spostare in auto: non amo infatti guidare la macchina. Specialmente in città la trovo un'azione particolarmente stressante, oltre che sempre noiosa e potenzialmente pericolosa.
Da oltre tre anni sono tornato a vivere nella mia Macerata. Il centro storico e l'immediata periferia si percorrono tranquillamente a piedi, tuttavia per ragioni di tempo (non c'è niente di più moderno della fretta!) e comodità, mi sposto per lo più in motorino. Prendo l'auto solo per andare fuori città, gitine occasionali, visite varie e le piacevoli trasferte per seguire la tanto amata Rata.
Un certo modo di dire vedrebbe le donne come pericoli costanti al volante. Negli ultimi anni mi sono accorto invece che se c'è qualcuno a cui impedirei la guida in città, perché un pericolo per gli altri, sono ahimé gli anziani.
Certo, non si può far di tutta l'erba un fascio. Oltretutto io agli anziani voglio bene... sono tutti dei maestri, persone dalle quali imparare ogni giorno, oltre che, a mio avviso, avere una grande utilità sociale: si prendono cura dei bambini quando i gentiori sono a lavoro, aiutano gli alunni ad attraversare le striscie pedonali, fanno volontariato, sono di compagnia a chi è lasciato solo, riempiono bar e cantine. Eccezione fanno, ma questo è inutile dirlo, gli anziani malati, disabili o con forme di demenza senile.
Tuttavia e specie negli ultimi tempi, ho notato che sono loro i principali pericoli nelle strade cittadine. Vanno lenti (e questo non sarebbe di per sé un problema) ma spesso girano senza mettere la freccia, occupano le corsie opposte, non rispettano gli "Stop" o non danno la precendeza, il tutto non perché "in quell'occasione si poteva fare così" ma perché non si rendono conto di quanto stanno facendo. E' questa la cosa peggiore.
Suonare, inveire o prenderli a martellate non è di grande aiuto.
Stasera per esempio potevo anche non raccontarla. Imbocco nel tardo pomeriggio una strada che curva a destra e prosegue in una discesa a senso unico. I due fari che mi compaiono all'improvviso davanti mi danno giusto il tempo di inchiodare con freni e suole delle scarpe ed evitare per un soffio il peggio. Incredulo sistemo il motorino di fianco al finestrino del guidatore. In auto una coppia di anziani ben vestiti e per nulla consci dell'errore. La signora, occhiali, orecchini e capello fresco di parrucchiera, mi fissa come si fissa un magrebino che agita un coltello. "Qui non può passare, è controsenso", faccio notare. Il signore chiede scusa e procede in retromarcia. Sui marciapiedi alcuni passanti si sono fermati ad osservare la scena.
Anziano al volante, pericolo dilaniante.
Da oltre tre anni sono tornato a vivere nella mia Macerata. Il centro storico e l'immediata periferia si percorrono tranquillamente a piedi, tuttavia per ragioni di tempo (non c'è niente di più moderno della fretta!) e comodità, mi sposto per lo più in motorino. Prendo l'auto solo per andare fuori città, gitine occasionali, visite varie e le piacevoli trasferte per seguire la tanto amata Rata.
Un certo modo di dire vedrebbe le donne come pericoli costanti al volante. Negli ultimi anni mi sono accorto invece che se c'è qualcuno a cui impedirei la guida in città, perché un pericolo per gli altri, sono ahimé gli anziani.
Certo, non si può far di tutta l'erba un fascio. Oltretutto io agli anziani voglio bene... sono tutti dei maestri, persone dalle quali imparare ogni giorno, oltre che, a mio avviso, avere una grande utilità sociale: si prendono cura dei bambini quando i gentiori sono a lavoro, aiutano gli alunni ad attraversare le striscie pedonali, fanno volontariato, sono di compagnia a chi è lasciato solo, riempiono bar e cantine. Eccezione fanno, ma questo è inutile dirlo, gli anziani malati, disabili o con forme di demenza senile.
Tuttavia e specie negli ultimi tempi, ho notato che sono loro i principali pericoli nelle strade cittadine. Vanno lenti (e questo non sarebbe di per sé un problema) ma spesso girano senza mettere la freccia, occupano le corsie opposte, non rispettano gli "Stop" o non danno la precendeza, il tutto non perché "in quell'occasione si poteva fare così" ma perché non si rendono conto di quanto stanno facendo. E' questa la cosa peggiore.
Suonare, inveire o prenderli a martellate non è di grande aiuto.
Stasera per esempio potevo anche non raccontarla. Imbocco nel tardo pomeriggio una strada che curva a destra e prosegue in una discesa a senso unico. I due fari che mi compaiono all'improvviso davanti mi danno giusto il tempo di inchiodare con freni e suole delle scarpe ed evitare per un soffio il peggio. Incredulo sistemo il motorino di fianco al finestrino del guidatore. In auto una coppia di anziani ben vestiti e per nulla consci dell'errore. La signora, occhiali, orecchini e capello fresco di parrucchiera, mi fissa come si fissa un magrebino che agita un coltello. "Qui non può passare, è controsenso", faccio notare. Il signore chiede scusa e procede in retromarcia. Sui marciapiedi alcuni passanti si sono fermati ad osservare la scena.
Anziano al volante, pericolo dilaniante.
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