Noto disagio.
Noto disprezzo.
Noto imbarazzo.
Noto provincia di Siracusa.
Noto alle forze dell’ordine.
E ogni volta che rimetto piede a Roma sono
puntualmente bombardato da un F-35 di emozioni contrastanti, uno tsunami di
memorie e ricordi, imprese, discese, vagabondaggi, pellegrinaggi, dissensi,
amori, lotte, lotte intestine, lotte fegatali, otto in condotta, pali e
traverse. Ogni volta che rimetto piede a Roma mi commuovo e passeggio divertito
amando, come una volta, marciapiedi e piazze.
Non è colpa tua, Roma, se delle città sei la più
bella. L’invidia fa brutti scherzi: Milano ti chiama “ladrona” per invidia. Non
tutte possono permettersi di essere massima come solo tu sai essere. Di essere elegante
e sporca, ordinata e sgarrupata, zingara e imperiale, possente e puzzolente, romana
e italiana, nobile e popolare, somma e infame allo stesso tempo. Nonostante le
indegne amministrazioni, nonostante “mafia capitale”, nonostante i film di
Ostia e i telefilm in romanaccio, nonostante la classe politica scelta dal
popolo.
A Roma ho vissuto tre anni (forse i più belli in vita!) e son tornato un centinaio di volte per motivi vari. A Roma ci sono le donne più belle. Gli
intellettuali più fini e il più buzzurro dei cafoni. Il più burino dei burini,
il più rifugiato dei rifugiati. I Fori imperiali e la Cloaca massima. Gli
scandali politici e i politici criminali. Il tossico che manda a fuoco il
maglione per colpa di un mozzicone lasciato dormire sulla labbra e lo svitato
che orina davanti al cimitero del Verano. I supermercati pieni di romeni e i
giardini pieni di immondizia. A Roma trovi rom come neanche in Bulgaria o a
Pescara. Trovi le teste rasate che le danno ai fasci e le zecche che le danno
ai punk, i dipendenti pubblici sempre in sciopero e gli studenti costantemente
in contestazione. A Roma trovi tutto, perché se non trovi qualcosa a Roma vuol
dire che non la troverai neanche altrove. A Roma trovi i credenti di ogni
specie, il Papa, i musulmani, gli ebrei a bizzeffe, i copti, i sikh, i benedettini, i carmelitani scalzi, la tribù dei piedi neri, gli evangelisti, gli armeni, gli ortodossi, i testimoni, i testimoniati, i cresimati, gli intercessi, gli eccessi, i suprematisti, gli sciti,
i sunniti, li cunniti e i cinesi
all’Esquilino. Roma è piena di madonne, di chiese, di preti di ogni
cittadinanza e colore, tutti a mangiare pane a tradimento, perché Roma è
generosa e si comporta sempre da signora. Roma è bella che in tanti se la vorrebbero
sbattere. Roma può permettersi di essere ladra e stupida ogni sera. Se quelli
dell’ISIS bombardano San Pietro o il Colosseo parto anche io per arruolarmi con i
curdi e a fanculo il mio pacifismo anti-militarista! Quando parli di Roma sciacquati la bocca, che nulla aveva sbagliato quel
poeta latino a scrivere già duemila anni fa: “Tu non vedrai nessuna cosa al
mondo maggior di Roma!”.
Vai serena, Roma. La vita è semplice: basta
allungarla con la sambuca.
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