Tuesday, December 23, 2014

Non sono come tu mi vuoi. E di solito vagabondo.


"Fu nel giardino di un manicomio che incontrai un giovane, con un volto pallido e piacevole e pieno di stupore. E sedetti accanto a lui sulla panca, e dissi: “Perché sei qui?”. E lui mi rivolse uno sguardo stupefatto, e disse: “E’ una domanda indelicata, ma ti risponderò. Mio padre voleva fare di me una riproduzione di se stesso; così voleva anche mio zio. Mia madre, poi, voleva che fossi l'immagine di suo padre. Mia sorella mi propinava l'amico marinaio a perfetto esempio di come sarei dovuto diventare. Mio fratello pensava che dovessi essere uguale a lui, un bravo atleta. E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, il maestro di musica e il professore di logica erano tutti ben convinti: ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del proprio volto in uno specchio. Per questo motivo sono venuto in questo posto. Lo trovo più sano. Almeno posso essere me stesso.” Poi, all’improvviso si rivolse verso di me e chiese: “Ma, dimmi, anche tu sei stato spinto in questo posto dall’educazione e dai buoni consigli?” E io risposi: “No, io sono un visitatore.” Allora egli disse: “Oh, tu sei uno di quelli che vivono nel manicomio, dall’altra parte del muro!”"

Tratto da "Il vagabondo", di Kahlil Gibran

p.s. Grazie M.

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