E le gattare...
Capita a volte, in giro a piedi o in motorino per la città, di vedere signore di mezza età o già in là con gli anni intente a dar cibo od ospitalità ai felini di ogni genere ed estrazione sociale: dallo spelacchiato malaticcio dei bidoni dell'immondizia, al raffinato aristocratico dei cartoni di Walt Disney.
Personalmente ho sempre avuto un brutto rapporto con i gatti: sono allergico al loro pelo. Inoltre amo i cani, eterni rivali a quattro zampe. Il cane, migliore (forse unico) amico dell'uomo contro il gatto, pigro fancazzista magnapaneatradimento.
Al di là dei luoghi comuni, apprezzo sicuramente chi mostra affetto e sensibilità per gli animali tutti: dalle balene alle zanzare, dai maiali all'uomo. Però penso anche che un cane o un gatto di strada riescano a procurarsi il cibo da soli, specie nelle città del consumismo occidentale dove siamo soliti buttare nel cestino quantità imbarazzanti di cibo (per poi chiederci come mai migliaia di africani si mettono su un barcone e puntano verso Lampedusa!). Quindi come mai questa attenzione per i gatti!? La cosiddetta "gattara" è infatti spesso sinonimo di "donna anziana andata via di testa", che vive in condizioni di disagio e sottosviluppo con trecentoventimila gatti nel suo appartamento di venti metri quadrati.
Sarà una patologia? Una insana dipendenza, tipo quelle per le droghe, l'alcool, la fede religiosa o calcistica, la pornografia, il gioco d'azzardo? Ai posteri l'ardua sentenza.
Photo credit:
http://chocotoujours.blogspot.it/2014/06/crazy-cat-lady.html
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