Io non immagino. Io idealizzo.
Di queste
giornate a Torino, di queste giornate col fascino del toro. Di queste
conferenze alle quali mi presento sempre e puntualmente impreparato,
dentro e fuori, fuori e dentro. Di questa pigrizia riscoperta, shoccante, imbarazzante, talmente imbarazzante da parlarne senza imbarazzo con amici e neo-conoscenti. Di queste amici, lasciati studenti e
ritrovati professionisti. Di queste birrette, mai davvero lasciate
sul serio. Di questa classe una volta operaia, ora aperitivi e happy
hour. Nel fascino unico del procedere in treno col mondo che ti
scorre a destra fuori dal finestrino, fascino paragonabile al massimo
ad un tramonto sul mare o ad una città deserta alle cinque di
mattina. Quando d'ora in poi mi diranno di Grecia porterò alla
memoria solo i tuoi occhi, le tue mani e il tuo culo, perché anche
il culo vuole la sua parte. Il mare a Milos e la poesia di Odysseas
Elytis. Che poi lo so, verrà il giorno in cui qualcuno riuscirà a
spiegarmi cosa cazzo ci sia di male nell'essere omosessuale,
bisessuale o transessuale e perché io dovrei aver paura e disprezzo
per i non-eterosessuali. Verrà quel giorno, prima o poi. Prima o
poi.
Sul treno
Torino-Lecce...
- Scusi, va a
Termoli?
- No signora,
scendo ad Ancona.
- Ah che
bene! Scende dopo Termoli, mi aiuta con la valigia...
- Mica tanto
signora... Ancona è due fermate prima di Termoli. Ma uno che
l'aiuta lo trova sicuro...
E poi scusi
signora, ma io l'ultima volta che sono andato a Termoli sono stato
novanta minuti a cantare questa canzone con tutto quanto avevo in
gola:
Ho preso la
diffida
l'ho presa per
te
il tempo di
pagare
mi vogliono a
firmare
non ce la faccio
più
La senti questa
voce!?
Chi canta è il
mio cuore
Oh Rata sei il
mio amore
non posso più
venire
ma tu mi capirai
ma tu mi capirai
Oh oh oh oh
ohhhhh
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