Istruzione, libertà e Cina
"l'educazione è stata, insieme alla decisione di non controllare la crescita della popolazione, il più irrimediabile errore politico di tutta l'era maoista [...]. La scuola ha senza dubbio il compito di forgiare 'cittadini' completi allo scopo di edificare lo stato nazionale, ma nello stesso tempo deve anche formare 'uomini' dotati di volontà indipendente e dallo spirito libero [...]. Nell'educazione cinese, sostengono invece in tanti, 'l'uomo è assente, assenti sono la ricchezza dei sentimenti, la cognizione delle miserie dell'uomo, l'empatia, la comprensione e la compassione". L'opinione che l'educazione cinese sia disumana e disumanizzante è un postulato condiviso da tutti gli intellettuali intervenuti nel dibattito [...]. Il sistema educativo non solo cerca di tarpare la fantasia e la creatività, ma pure impone agli studenti di dire opportunisticamente ciò che va detto e a non dire ciò che non va detto [...]. La scuola cinese agisce come un sistema che punta ad assoggettare gli studenti, inquadrandoli in un determinato ordine sociale. [...] In Cina 'essere educati vuol dire imparare a subire oppressione, vuol dire imparare a subire la forza di altri uomini'. [...] 'Bisogna infondere negli studenti la concezione', spiega Qian Liqun, 'che prima ci si deve auto-determinare, dare espressione completa alla propria vitalità, poi si deve servire l'umanità'."
Tratto da "Figli unici", di Marco Fumian.
Tratto da "Figli unici", di Marco Fumian.
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