Siete sempre un pubblico di merda
L'ha detta giusta un tale conosciuto ieri sera ad una festa, in stretto dialetto maceratese: "dopo na settimana de ferie cuscì te ce vole du settimane a Villa Cozza!", essendo Villa Cozza l'ospizio locale per gli anziani. Ferie del genere sono da sconsigliare, dormire tre ore per notte, bere e ballare per tutto il resto del tempo. Il relax è vietato. Mi rilasso di più quando lavoro.
Per me l'agosto maceratese è come una donna perennemente nuda e perennemente disponibile stesa sul letto come in un quadro di Manet. Ad ogni tuo risveglio lei è lì che ti guarda sorridente e tu dici fra te e te: "Beh, perché no!?". Senza sosta, di notte, di mattina, dopo pranzo, durante l'aperitivo. Un sogno, l'irrealtà, perdita totale del controllo, emozioni che impazziscono e gli occhiali da sole. L'agosto maceratese.
Se mi dici che mi ami la mia prima reazione è l'imbarazzo, la seconda la paranoia, la terza una pomiciatina. Scontatissimo, eppure così è. Se mi dici che mi ami io chiedo al cervello, il cervello che risponde solo cazzate, allora chiedo al cuore, ma il cuore è occupato, non risponde, forse ha il cellulare staccato. Risultato blaterare cose come "ciao piacere sono l'uomo ragno" o "assolutamente ombrellone".
Assolutamente ombrellone.
Photo credit: A. Ruggieri
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