Diario di un prof: pratiche di ingiustizia. E la vergogna.
Oggi ultimo meeting in facoltà prima
dell'inizio delle vacanze pasquali. Evviva i paesi cattolici, garantiscono un
cospicuo numero di giorni di ferie in nome di Dio, della tradizione e credenze
annesse. Urrà! La Preside, come da consuetudine, ha ringraziato tutti i docenti
e i collaboratori per il lavoro svolto negli ultimi mesi e augurato a tutti
buon riposo per la settimana.
Vacanze dunque. Chi se ne starà a casa a
passare più tempo con la famiglia, chi con gli amici, chi ne approfitta per
gite fuori porta e chi se ne va in viaggio. Beh, non proprio tutti.
Alcune mie colleghe cinesi non potranno
infatti andare in viaggio in Italia, come invece speravano da tanto tempo di
fare. Motivo? La burocrazia. Per qualche cazzo di ragione il passaporto di una
di esse è bloccato in Inghilterra da mesi. Niente passaporto, niente visto,
niente viaggio.
Tempo fa, avevo provato ad aiutare una giovane
cinese che voleva andare in Spagna per turismo. Purtroppo però il passaporto
dall'Inghilterra è arrivato tardi e all'ambasciata spagnola di Dublino dove ho
parlato io di persona (e che esternalizza il servizio visti ad agenzie private)
non rilasciano il visto in meno di due settimane. Ha dovuto così rinunciare al
viaggio, annullando il volo già comprato e la prenotazione in hotel per lei e
la madre.
Si parla tanto di libertà di movimento e di
facilitare lo spostamento ai fini del turismo dei cittadini tra i vari paesi,
almeno in Europa. Le persone di cui parlo non sono rifugiati politici o
disperati che fuggono in cammello e gommone da guerre civili. Sono invece
cittadini benestanti, che vivono e lavorano in Europa, sono integrati nella
società e svolgono un servizio professionale alla comunità. Anche così, non è
permesso loro di visitare i paesi dove andrebbero a stare per piacere, per
amore della cultura e dell'arte. Noi Italiani in particolare siamo campioni nel
non sfruttrare l'industria del turismo. Dei veri idioti, specie in tempi di
crisi, dove (come anche Sgarbi sottolineava) una buona gestione del patrimonio
culturale italiano potrebbe risolvere le disperate condizione economiche e
sociali di tanti disoccupati e giovani inoccupati del Bel Paese.
Così oggi quando le mie colleghe mi hanno
augurato buone vacanze e comunicato la mala sorte che hanno avuto con visti e
passaporti ho solo provato tanta vergogna. In Italia diamo libero
accesso ai disperati che diventano vittime della criminalità locale e del capitalismo
globale, ma non siamo in grado di dare il benvenuto a lavoratrici in vacanza che
verrebbero solo a riempire le casse dell'industria del turismo.
Complimenti.
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