Appunti dublinesi
Salve gente, tornato a Cork, città ribelle, sano e salvo!
Che vergogna i recenti fatti di Torino… il falso stupro e il campo nomadi in fiamme…
A Dublino son stato da dio!
Mille grazie a Z., la ragazza che mi ha ospitato, persona splendida, splendida come le sue due figlie e il cane. Cane per modo di dire, le dimensioni fanno piuttosto pensare ad una mucca. Ma anche e soprattutto al cane ho voluto bene.
Docklands è il quartiere nord est di Dublino, il quartiere dei portuali e della classe operaia. Un altro mondo, avrebbe detto James Joyce. Di James Joyce devo rileggere “The Dubliners”.
Sulla borghesia
Dublino sotto Natale nel weekend è peggio di Mlilano, è più commerciale del centro di Parigi o di Osaka. Mandrie di buoi affollano i negozi che vendono i prodotti del capitalismo globale, ovunque puzza insostenibile di denaro e borghesia, tossici e nomadi ai lati della strada a racimolare le briciole dello shopping. Cosa ci ero andato a fare a Dublino? Ah sì, a vedere la poesia, Dublino città degli scrittori!
Sui musei
Domenica non è solo giornata di hang over ma anche di gite nei musei. Io ne ho visitati tre: un orgasmo.
Museo delle cere
Aperto da un paio di anni, contiene al suo interno i personaggi (in cera) della storia irlandese, dalle origini ai rivoluzionari anticolonialisti. Prezzo 10 euro, sconto per studenti, bambini e famiglie. Le stanze finali ospitano un horror show e attrazioni per bambini. Io sono stato dentro un’ora e mezza, ma se andate coi bambini potete tranquillamente spenderci una mattinata intera.
Museo alla Chester Beatty Library
Alfred Chester Beatty (1875-1968) è uno di quei magnati e filantropi che hanno passato la vita a fare soldi e spenderli. Anche in opere d’arte. Ha una collezione impressionante di libri e oggetti d’arte di varia origine, mondo mediterraneo, mondo islamico, indiano, estremo oriente. La mostra è gratuita e aperta a tutti. Il negozio “di souvenir” ha una quantità di libri non indifferente su Cina e Giappone. La Library ospita fino al primo gennaio 2012 le foto del giornalista scozzese John Thomson (1837-1921), uno dei tanti punkabbestia europei che visitò, visse, fotografò e raccontò la fine della Cina imperiale. Foto bellissime, che avevo già visto durante un’altra mostra a Pechino un paio di anni fa o giù di lì. La consiglierò ai miei studenti. È gratis, ricordo.
Museo Dublinia
Prezzo 7 euro e 50, solito sconto per studenti, bambini e famiglie. Racconta la storia di Dublino, dai vichinghi ai giorni nostri. È uno dei musei meglio pensati e allestiti che abbia mai visto. Si vede che c’è molto lavoro e investimento dietro, con il contributo di artisti, scultori, pittori, tecnici delle luci, tecnici del suono, ingegneri, storici, archeologi. Una lezione umana in un percorso di un paio di ore. Una gita per turisti, per studenti, per giovani e meno giovani, per coppiette e per bambini. Il terzo piano, la parte finale, mostra come archeologi cercano, trovano e studiano i reperti. In altre parole, come sappiamo della vita e delle abitudini delle persone che sono vissute prima di noi, dieci, cento, mille anni fa. Eccezionale, quasi commuovente.
Sui beni culturali
Proprio qualche giorno fa ho visto on-line la puntata di Report sui beni culturali in Italia. Mi veniva quasi da piangere, mi ha lasciato con un malessere e una depressione che noi italiani conosciamo bene. Tutto quel patrimonio alla merda, o alla mafia, nella migliore delle ipotesi. Il privato che lascia un bene allo Stato che di beni ne ha troppi e non ha i soldi per mantenerlo o aprirlo al pubblico. Lo Stato che nonostante Romani e Rinascimento riesce ad andarci sotto col bilancio e i paesi europei (ridicoli dal punto di vista del patrimonio storico-archeologico) fare del turismo la prima industria di Stato, fonte prima di ricchezza. Ti lascia di merda, no!? Che tu sia marchigiano, siciliano, romano o trentino, questo è qualcosa di decisamente desolante.
Poi a Dublino visito questi musei e penso che gli irlandesi hanno fatto benissimo, hanno fatto alla grande, sarebbe da fare lo stesso dalle nostre parti. Eppure di giovani artisti, storici dell’arte e architetti italiani ne conosco tanti, perché quel patrimonio è alla merda!?
Il turista italiano a Dublino
L’italiano all’estero lo riconosci subito. Si veste diversamente dal resto della folla, si veste elegante, segue i marchi che vendono in Cina, Brasile, Russia, Stati Uniti. L’italiano fa tendenza, il locale lo osserva e pensa che sia pieno di soldi perché per vestirti Gucci, Prada, Dolce & Fidanzato di soldi deve averne tanti. Lo straniero non sa che l’italiano medio Dolce & Fidanzato lo compra per strada dal senegalese sbarcato a Lampedusa. Bello l’italiano, elegante anche se squattrinato, lampadato e profumato come nessun altro turista.
Dublino di turisti italiani è piena. Nei musei, nelle strade, nei negozi. Ne è piena. Più che di francesi, inglesi, spagnoli, cinesi. Di italiani è soprattutto piena. Segnale evidente che tanto caproni gli italiani non sono, che alla cultura ancora guardano con interesse. Speriamo.
Del resto
Del resto poco importa. Galeotte furono le 4 ore e 30 minuti in bus che dividono Dublino da Cork ribelle. Visto che in Irlanda il Natale inizia il 25 novembre e termina il 25 dicembre, auguri di buon Natale a tutti/e. Raccatto i miei quattro stracci e ricomincio la routine corkese/iana. Qui alcune massime per chi non riuscisse ancora a dormire. Party on!
“Ashes to ashes, dust to dust”
Somewhere, in the Bible…
“A blowjob is better than no job”
On a wall in Dublin
“Turisti fai da te? No Alpitour?! Ahiahiahiahiaiii!!”
Bellissima.
“Io non sono un alcolista. Gli alcolisti vanno agli incontri”
Come pararsi il culo se ti accusano di alcolismo.
A presto per le foto da Dublino.
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