Wednesday, July 27, 2011

Accettando le proprie catene anche in mancanza di coercizione

"Il romanzo di Ken Kesey, 'Qualcuno volò sul nido del cuculo', del 1962, fornisce un quadro eloquente delle aspirazioni totalitarie. Il racconto è imperniato sulla situazione di un ospedale psichiatrico i cui pazienti conducono vite di un'insensatezza infantile sotto la sorveglianza di una Grande Infermiera. McMurphy, il protagonista del romanzo, cerca di liberarli infrangendo le regole dell'istituto e alla fine riesce a restituirli alla libertà. Ma nel corso dell'operazione scopre che nessuno dei pazienti viene tenuto là contro la propria volontà; e finisce che hanno tutti paura del mondo esterno e restano volontariamente incarcerati, sentendosi più al sicuro sotto la vigilanza della Grande Infermiera. E proprio questo era il fine ultimo del totalitarismo: non solo privare il nuovo uomo sovietico della propria libertà, ma far sì che egli ne avesse paura e preferisse la sicurezza, accettando le proprie catene anche in mancanza di coercizione"


Francis Fukuyama, "La fine della storia e l'ultimo uomo"

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