Difendere la tesi di dottorato con un tassista abusivo...
Stranamente Pechino non smette ancora di stupirmi. Di post sui tassisti in Cina ne avrete letti a bizzeffe, in ogni blog e social forum di stranieri a Shanghai, Pechino, Canton e via dicendo... Tuttavia la breve avventura con un tassista abusivo di ieri ve la voglio raccontare.
Solitamente non prendo "heiche" (letteralmente "auto nera"), ovvero taxi abusivi. Il motivo è semplice: costano di più e non hanno alcun tipo di assicurazione.
Ore due di notte, zona Torre del tamburo, dove ero a bisbocciare con un'altra ventina di giovani espatriati. Sul ciglio della strada attendo un taxi che mi riporti a casa. In lontananza vedo avvicinarsi un'auto col cartellino a luce rossa: "Taxi libero". Evvai. Passano i secondi e comincio ad avere i primi dubbi: l'auto è nera, di tipo diverso dal classico taxi pechinese... e non ha neanche la maniglia. Il tipo mi apre la porta e io monto in macchina. Ha il tassametro e un GPS (mai visto in altri taxi) ma è palesemente un abusivo. "Ok amico - penso - è il miglior finto taxi che abbia mai visto".
Ovviamente il tale non conosce la strada fino alla mia università, ma sembra iperattivo e ben disposto a parlare. Io dormirei volentieri, ma il tipo mi snocciola le solite domande: "Da che paese vieni? Cosa fai a Pechino? Quanto guadagni al mese?". "Non lavoro. Non guadagno. Faccio ricerca. Sto aspettando di discutere la tesi e poi me ne vado. Voglio solo andare via" borbotto. E lui "Di cosa tratta la tesi?". Sorpreso dalla sua domanda ma per nulla scomposto "Donne. Migranti. Emancipazione femminile". E ancora con maggiore sorpresa inizia un'accesa discussione tra me e lui di una ventina di minuti su donne cinesi, relazione tra emancipazione e migrazione, infine (immancabili) Confucio e Mao Zedong. Toni accesi davvero, ho dovuto praticamente fargli un riassunto particolareggiato delle mie 150 pagine di tesi con particolare attenzione ai passaggi chiave, che lui attaccava e contestava senza tanti problemi. Minchia che faticata. Alla fine ha preso a dirmi la sua sulle donne cinesi e a parlarmi della moglie.
Per fortuna arriviamo alla porta dell'università. Una corsa del genere di solito mi costa tra i 3 e i 3 euro e cinquanta. Infatti anche il suo tassametro segna tre euro. A me non mi freghi, caro mio tassista abusivo con indole contestatrice e proto accademica. Ma con mia grande sorpresa il tipo fa "Sono 2 euro". Lo guardo "Sicuro?". "Van bene due euro". Gli lascio l'equivalente in renminbi e esco dall'auto. "Sei un grande", gli faccio.
Cazzo, un grande davvero.
2 Comments:
mi bevo i maiali che volano ma questa no, nn me la bevo, te ne avrà chiesti 200 di rmb e tu mbriaco glie l'hai dati pensando fossero 20...ammettilo!
;-)
diobohhh ma solo io avevo da incazzarmi con i tassisti?!!??!?!?!
silvia
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