Il mercato cinese e il cubo di Rubik
Tra i tanti vantaggi che ha vivere nel dormitorio di questo campus c’è il fatto che non ci sono televisioni in stanza. Cioè l’università non ne fornisce, se ne vuoi uno vattelo a comprare nel negozio più vicino e portati un amico robusto abbastanza. Non è il mio caso. Niente televisioni, grazie. Raramente mi capita di guardare la televisione a casa di qualcuno. Ma capita.
Giorni fa, una specie di trasmissione a metà fra circo e fenomeni da baraccone (una specie dell’italiana “La corrida”).
Mostrava un ragazzo cinese sui vent’anni, che riusciva a risolvere il rompicapo noto col nome di “cubo di Rubik” o “cubo magico” in un tempo limitato, con mosse velocissime e bendato. Il campione dei campioni è però un certo tedesco che risolve il cubo con una sola mano, bendato, in apnea e sott’acqua. In poco più di un minuto. Ma il vero mito è un bambino di tre anni (ripeto, tre anni) che in pochi minuti completa le sei facce colorate del cubo, un cubo grande quasi quanto la sua testa. Un mito davvero.
Il cubo di Rubik… non c’ho mai neanche provato. Ma ultimamente ho notato che va moltissimo tra i cinesi, ne vendono a bidonate per le strade (prezzo che ho visto, 60 centesimi di euro, ovviamente trattabili). Anche il mio compagno di stanza ne ha uno. Non c’ho mai neanche provato. Ho provato direttamente il passo successivo: cercarmi le soluzioni in internet (che trovate, ad esempio, qui) e la prossima volta provo ad applicarle al cubo. Così, tanto per perdere tempo. E se ti chiedono “ma come hai fatto a risolvere il cubo di Rubik?!” io risponderei “guarda, in quella scatola parlante che chiamano televisione ho visto un tricheco nudo risolvere il cubo in sette secondi, cieco, muto e sordo, immerso in una vasca di letame geneticamente modificato lanciato alla velocità del suono mentre beve una lattina di sudore non suo…. E mi son detto, se lo può fare lui, devo potercela fare anche io. Ed ho comprato un tricheco”.
Giorni fa, una specie di trasmissione a metà fra circo e fenomeni da baraccone (una specie dell’italiana “La corrida”).
Mostrava un ragazzo cinese sui vent’anni, che riusciva a risolvere il rompicapo noto col nome di “cubo di Rubik” o “cubo magico” in un tempo limitato, con mosse velocissime e bendato. Il campione dei campioni è però un certo tedesco che risolve il cubo con una sola mano, bendato, in apnea e sott’acqua. In poco più di un minuto. Ma il vero mito è un bambino di tre anni (ripeto, tre anni) che in pochi minuti completa le sei facce colorate del cubo, un cubo grande quasi quanto la sua testa. Un mito davvero.
Il cubo di Rubik… non c’ho mai neanche provato. Ma ultimamente ho notato che va moltissimo tra i cinesi, ne vendono a bidonate per le strade (prezzo che ho visto, 60 centesimi di euro, ovviamente trattabili). Anche il mio compagno di stanza ne ha uno. Non c’ho mai neanche provato. Ho provato direttamente il passo successivo: cercarmi le soluzioni in internet (che trovate, ad esempio, qui) e la prossima volta provo ad applicarle al cubo. Così, tanto per perdere tempo. E se ti chiedono “ma come hai fatto a risolvere il cubo di Rubik?!” io risponderei “guarda, in quella scatola parlante che chiamano televisione ho visto un tricheco nudo risolvere il cubo in sette secondi, cieco, muto e sordo, immerso in una vasca di letame geneticamente modificato lanciato alla velocità del suono mentre beve una lattina di sudore non suo…. E mi son detto, se lo può fare lui, devo potercela fare anche io. Ed ho comprato un tricheco”.
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